Il fenomeno sta generando fastidio tra i turisti, che ritengono aggressive le pratiche commerciali attuate in strada per attirarli.
La Asociación de Empresarios de Playa de las Américas y Costa Adeje mette in guardia contro la proliferazione dei club sociali della cannabis a Las Veronicas.
Un fenomeno che sta generando fastidio tra i turisti che ritengono aggressive le pratiche commerciali attuate in strada per attirare clientela.
In una dichiarazione gli imprenditori hanno evidenziato che i procacciatori di clienti si spingono ad entrare in altri locali per attirare l’attenzione di nuovi potenziali avventori.
Secondo Aepaca, attualmente la situazione ha acquisito una dimensione tale da creare una grande preoccupazione per la quantità, ai limiti della legalità, di materiale che si muove nella zona, e per l’immagine di Las Veronicas, che viene compromessa.
In seguito alle denunce dei membri, la polizia nazionale ha effettuato alcuni controlli di identificazione nella zona, ma la pratica commerciale permane.
Gli imprenditori ricordano che un club della cannabis deve avere una licenza di apertura uguale a quella di altri esercizi commerciali e può accogliere solo soci iscritti.
Questo tipo di locali deve essere situato in un luogo chiuso, non visibile a livello stradale, pur esponendo pubblicità all’esterno, e il consumo deve avvenire all’interno.
Sottolineano poi di non essere contro le attività che vengono aperte in modo legale e a parità di condizioni con il resto delle imprese, e, come nel caso della vendita ambulante, auspicano che venga trovata una soluzione per queste persone devono guadagnarsi da vivere.
Secondo una perizia preparata a sostegno delle lamentele di Aepaca, i cosiddetti p.r. dei club offrono ai passanti e ai clienti la possibilità di iscriversi per acquistare marijuana.
In alcuni locali, secondo questa relazione, vi sarebbe una grande quantità di cannabis e molte varietà di sostanze la cui commercializzazione è simultanea a quella di altri prodotti, e la quantità sarebbe maggiore di quella permessa nella tabella degli equivalenti dell’Istituto Nazionale di Tossicologia.
Inoltre, sarebbe stato riscontrato, al di fuori dei locali, il consumo della cannabis con altre sostanze in polvere di cui non si conosce l’origine.
Da Aepaca sottolineano che stanno chiedendo incontri con i responsabili del Consiglio Comunale di Arona per spiegare la situazione e sapere se questi locali siano in ordine e siano legali.
Hanno chiesto, fra l’altro, chiarimenti sia sulla licenza di apertura, sia sulle condizioni sanitarie all’interno.
Gli imprenditori ritengono, poi, che tali club non rispettino la legge sulla protezione dei dati, poiché sono dotati di telecamere all’esterno.
Franco Leonardi