Finalmente dopo tanti anni di attesa è giunto il 24 febbraio 2020!
È una data importante per i pensionati ex INPDAP (che hanno partecipato al ricorso) che si sono visti trattati da mamma INPS come figliastri non molto amati rispetto a chi ha prestato la propria opera in strutture non statali.
Quindi, oltre ad aver servito lo Stato per vari decenni, la beffa di essere messi da una parte come vittime da sacrificare.
A questa palese ingiustizia, però, l’A.P.I.C.E. (Associazione Pensionati Italiani e Connazionali all’Estero), sotto la valida e tenace guida del presidente Giuseppe Bucceri ha scelto la via legale per ottenere l’equiparazione dei diritti con tutti gli altri lavoratori INPS.
L’unico legale che ha sposato” IL PROGETTO “ è stato l’Avv. Michela Scafetta di Roma.
Alla prima udienza, presso la Corte dei Conti di Roma, il giudice ha riconosciuto a chiare note la piena incostituzionalità della diversità di trattamento tenendo presente che:
- ïdal 2012 tutti i lavoratori, statali e non, sono amministrati da un unico ente pensionistico che è l’INPS che, quindi, ha agglomerato tutti gli altri enti;
- ïai pensionati ex INPDAP, all’atto della liquidazione e pensione, sono state trattenute delle somme per equiparare tutti i lavoratori agli standard di quelli dell’INPS.
Questo fatto rappresenta un primo passo, chiaramente favorevole, verso il successo sperato da tutti i pensionati ex INPDAP.
Il giudice, inoltre, ha rimesso tutta la questione nelle mani della Corte Costituzionale, più idonea per una decisione in merito.
Per poter realizzare questo passo successivo viene richiesta una nuova procura da parte di tutti i ricorrenti che, singolarmente, dovranno compilare il modulo che verrà loro inviato o, comunque, che potrete trovare presso l’ufficio A.P.I.C.E..
Lo stesso dovrà essere inviato in originale allo Studio Scafetta con allegato documento di identità.
Naturalmente prima si eseguirà questa operazione prima potremo procedere al seguito della nostra avventura che abbiamo fiducia finisca con il nostro successo.
