I (nostri) segreti delle stelle
Nel mondo dei coniglietti rosa, ci svegliamo contenti di esistere.
Il nostro primo pensiero va al luogo in cui ci troviamo, bellissimo, radioso e felice.
Nel mondo dei coniglietti blu, ci alziamo e ci sentiamo vuoti, non sappiamo bene chi siamo, cosa facciamo qui, ci laviamo, ci vestiamo, scriviamo buoni propositi.
I buoni propositi ci rimangono in tasca per una settimana, poi li gettiamo.
Nel mondo dei coniglietti grigi, ci alziamo al mattino e siamo già incazzati, forse frustrati.
Tutto il giorno ci sentiamo violentati, deboli, delusi.
Cerchiamo di convincerci che la nostra è stata una scelta giusta, per poi scoprire, il giorno dopo, che non è cambiato niente, anzi che abbiamo un problema in più e un desiderio in meno e ci sembra di aver sprecato qualche cosa.
Come viviamo la vita che abbiamo scelto di vivere?
Forse pensiamo di aver fatto delle scelte sbagliate, ma al di là di tutto, dei progetti falliti, delle pandemie in atto, di mondi rosa o grigi, esistiamo NOI dentro di NOI, e NOI sappiamo cosa vediamo.
Dovete conoscere la curiosa vita di Keplero.
Aveva un rarissimo difetto alla vista sin dalla nascita: vedeva quadruplo… e siccome il destino non si fa mancare nulla allora si è detto (il destino): adesso lo faccio diventare astronomo!
E anche sfigato!
In effetti, lui, appassionato di movimenti stellari, era costretto, per sopravvivere, a fare gli oroscopi nelle varie corti d’Europa che puntualmente non lo pagavano (un po’ come succede oggi a molti), anzi al re di Sassonia aveva predetto (magari bleffando per pigliarsi un po’ di soldi) che ci sarebbe stata l’invasione del “turcomussulmanoimpalatorecattivo”, cosa che poi si è avverata, allora lo hanno bollato come mago amico del demonio e volevano metterlo al rogo, e… naturalmente non pagarlo.
Galileo gli prometteva, ogni volta che lo vedeva, di fargli avere in regalo un cannocchiale, ma lo prendeva in giro e non glielo ha mai dato (non credete a come ve lo presenta la storia, Galileo era un po’ paraculo).
Keplero si sposa poi con (parole sue) una donna che “più acida, brutta, grassa e maleodorante non si può”; questa gli fa girare le balle finché campa pretendendo una vita ricca che lui non riusciva a dargli.
Finalmente Keplero muore e si dice che prima di morire, dal suo letto, abbia alzato la mano con l’indice verso il cielo e sorriso come non aveva mai fatto in vita.
Come se volesse far capire che lui, dentro di sé, conosceva i segreti sul moto degli astri e che solo lui poteva apprezzarne la grazia.
Andrea Maino
“Terra piatta” dal libro L’atmosphère: météorologie populaire di Flammarion, 1888