Litigare con arte è cosa da persone intelligenti.
Questione di dosaggi e di attenzione, come quando fai una torta.
Troppo zucchero ed ecco che diventa stucchevole, se il forno è troppo alto si brucia.
Le sfuriate sono adrenaliniche ma son roba da cafoni, vuoi mettere quella ricercatezza di linguaggio nel mandarsi affanculo, tipo con la tazza del thè delle 5 in mano?
Per ora vanno di moda molto le litigate su Messenger o WhatsApp.
Quella è frustrazione lo so, ma in mancanza di altro ci si fa andar bene anche quella che di solito comincia postuma, dopo un discorso fatto a voce che all’altro o a te non sta bene.
L’inizio non è quasi mai un vero litigio è una sorta di constatazione amichevole.
Tu mi tamponi io non ti mando a cagare tiro fuori carta e penna e ti faccio pagare i danni, più o meno.
Alla constatazione amichevole segue risposta esplicativa dell’altro, che contiene spesso domande provocanti nonché la sua versione dei fatti.
Il litigio parte in quarta quando la risposta contiene rimostranze che partono dagli Etruschi ai giorni nostri, l’altro comprende che si tratta di corsi e ricorsi storici e che l’altro s’è appuntato tutto mentalmente covando da sempre un fastidio interiore che se ne esce un po’ come l’Herpes nei momenti di stress, silente ma presente nei momenti normali.
A quel punto parte lo smantellamento di tutte le rimostranze, è cosa lunga visto che si è andati così lontani nel tempo, ma se si hanno frecce nell’arco le si usa.
Su questa linea, poco edificante e credo anche poco intelligente a questo punto si può andare avanti fino a che uno dei due la molla lì per esasperazione.
L’arte si è trasformata in stupidità reciproca, i due avranno fegato traboccante e dita consumate, il tutto per non aver risolto nulla.
La ragione non è mai da una parte sola, quindi lo Zen da atteggiamento è diventato quartiere malfamato.
Cui prodest?
Ovviamente a nessuno.
Le persone intelligenti poi si incontrano sempre, sono quelle che poi si comprendono.
Magari hanno il coraggio di affondare vecchi stupidi rancori e scrivere pagine nuove, hanno la capacità di chiedere scusa o anche di accogliere l’altro com’è, con le sue mancanze e fragilità infantili.
Le persone intelligenti questo sanno fare.
Le altre continuano a parlarsi su Messenger o WhatsApp.
Linda Smeraldi