Patologie che dobbiamo imparare a osservare insieme.
Cefalee, vertigini, tensione nucale, disturbi dell’equilibrio, lombosciatalgie, dolori alle ginocchia, potrebbero essere sintomi legati ad una patologia poco conosciuta e a volte trascurata il cui nome è malocclusione.
Ma come definire questa patologia?
Si tratta di un problema legato alla lassità dell’articolazione temporo-mandibolare causata da una errata occlusione, ovvero da un modo sbagliato di portare a contatto, nel chiudere la bocca e masticare, l’arcata inferiore e quella superiore.
Le cause possono essere molteplici.
Spesso semplicemente si tratta della genetica, un non corretto sviluppo delle due arcate o un affollamento dentale.
Altre volte si tratta di interventi mal eseguiti, protesi o otturazioni eseguite con superficialità, possono portare alla perdita del giusto equilibrio fisiologico.
Come si interviene in presenza di una malocclusione?
Ogni caso è un caso a sé stante, dopo una radiografia e una accurata visita, il professionista valuta la tipologia della malocclusione analizzando la correlazione ai problemi occlusali e i problemi posturali.
Stabilita una diagnosi certa, si procede ad una impronta dei denti ed a una registrazione di quello che dovrebbe essere il loro corretto posizionamento tramite un morso in cera.
Fatto ciò, abbiamo tutto quello che ci serve per studiare il caso ed intervenire tramite l’utilizzo di apparecchi mobili noti con il nome di Bite.
Spesso il bite non è sufficiente o per dare un risultato perfetto e duraturo deve essere abbinato a trattamenti osteopatici e in casi particolarmente complessi all’utilizzo di plantari.
Dell’uso combinato di bite e plantari parleremo diffusamente in un prossimo articolo.
Il trattamento dura circa 6 mesi e ha due funzioni: migliorare l’occlusione e far sparire molti degli effetti collaterali creati da questa patologia.
Dott. Alessandro Longobardi