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    SPIGOLATURE : Ma sì! Parliamo della Morte!

    Cantico dei cantici
    Gustave Moreau – 1893

    Ma sì! Parliamo della Morte!

    Parliamo della morte cioè di cosa potrebbe esserci dall’altra parte e di cosa lasciamo qui.

    Io la vedo così: noi tutti siamo come libri, ognuno con la sua storia e le sue parole.

    Alcuni sono dei saggi, altri dei romanzi, altri ancora dei fumetti, o magari libri tecnici, semplici abbecedari o complicati testi illeggibili; potrei, per gioco, proporre una domanda: secondo voi quale libro sareste?

    Chi ci circonda è anche un libro, mia moglie è “Passaggio in India”, io sono (scusate l’immodestia) “il Piccolo Principe”, nostro figlio è “Il Signore degli Anelli”, nostra figlia una guida “Routard”, il mio amico che conosce il mondo è “1984” di George Orwell, un altro amico cazzuto è “Moby Dick”, un conoscente che cerco di vedere il meno possibile è “Fisco, le tasse del futuro”… 

    Nel tempo questi libri che in una maniera o nell’altra ci hanno emozionato e insegnato molto, e continuano a farlo, a un certo punto si sgualciscono, la carta diventa gialla, si incartapecorisce e se ne perdono dei pezzettini; il filo refe che cuce i sedicesimi si spezza e le pagine si perdono.

    Ecco, a un certo punto questi libri si gettano, si seppelliscono, si bruciano, la cellulosa e cotone con cui sono fatte le pagine si degradano e svaniscono; la materia insomma si decompone.

    La struttura fisica svanisce, qualche libro perso ora marcisce per terra e viene digerito da un lombrico.


    Che cosa rimane allora?

    Polvere!

    Allora ci chiediamo se rimane un’anima di queste vite scritte, una cosa che trascende dalla vita terrena, un “aldilà” con la loro personalità.

    Ebbene sì, pensateci, cosa avviene oltre la fisicità? …

    Rimangono vive le emozioni, i pianti, le rivelazioni, gli spunti, le gioie che questi libri hanno dato; le frasi che hanno fatto stare bene, anche quelle che sono rimaste incomprensibili ma che intuivamo importanti.

    Mille sensazioni rimangono per altri che vogliono leggere, parole che rimangono nell’etere pronte a rivelarsi nuovamente.

    Insomma la materia si degrada e svanisce ma il Cantico dei Cantici ancora permea l’aria che respiriamo.

    Andrea Maino

    Cantico dei cantici – Gustave Moreau – 1893

     

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