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    Edifici abbandonati: le impronte del boom edilizio del Sud

    Costa del Silencio

    Controversie legali, rovina o morte dei costruttori e dimissioni degli eredi sono all’origine degli edifici fantasma del Sud, alcuni dei quali sono in piedi da più di 40 anni.

    La piaga degli edifici privati semicostruiti e abbandonati è una delle questioni irrisolte nel sud di Tenerife, anche se non è un problema esclusivo della parte meridionale dell’isola.

    La sua origine risale agli anni del boom edilizio e turistico a partire dagli anni ’60.

    Oggi sono architetture compromesse che, in molti casi, servono da rifugio per i senzatetto che vivono tra le macerie e i rifiuti, nonostante il rischio che comporta rifugiarsi sotto strutture di cemento deteriorate dal passare del tempo, senza alcuna manutenzione dei materiali e sottoposte a fattori come il vento, il sole, la pioggia e, soprattutto, il mare, la cui vicinanza è uno degli elementi esterni più dannosi.

    Come sostengono gli architetti, “il mare e il ferro non vanno d’accordo”.

    Zone come Costa del Silencio, il primo sviluppo turistico del sud, El Fraile (entrambi ad Arona) e San Isidro (Granadilla de Abona) ospitano molti degli edifici fantasma della regione.

    Dietro di loro c’è la rovina dei loro costruttori, in molti casi a causa degli effetti delle recessioni economiche (alcune strutture sono paralizzate dalla crisi petrolifera del 1973), ma anche controversie legali o addirittura la morte del proprietario e la rinuncia degli eredi a continuare i lavori.


    L’alto numero di edifici incompiuti nel Sud è direttamente legato alle alte aspettative nell’epoca d’oro del turismo, ma anche a fattori legati alla scarsa professionalità di molti costruttori dell’epoca nel settore (per costruire bisognava urbanizzare) e alla moda diffusa negli anni 70 e 80 che gruppi di amici si mettessero insieme senza alcuna specializzazione per costruire.

    Per molti di loro, l’avventura si è rivelata molto costosa perché i loro progetti sono falliti.

    Riprendere i lavori su uno scheletro di cemento non è di solito l’opzione più praticabile, poiché l’alto livello di deterioramento causato dal passare del tempo richiederebbe un investimento supplementare, a partire da una valutazione approfondita per verificare il reale stato dei materiali.

    Infatti, alcuni studi indicano che finire un edificio può essere il 20% più costoso che costruirne uno nuovo.

    Alcuni ambientalisti hanno chiesto un termine per il completamento di queste strutture abbandonate e, se i lavori non vengono ripresi, soluzioni che prevedano la demolizione, in alcuni casi, o la costruzione di case popolari, in altri.

    Oltre al fattore visivo e al fatto che sono diventati punti focali di infezione a causa dell’accumulo di rifiuti si insiste sulla sicurezza e ricordiamoci che si sono verificati dei morti nella paratia di Añaza, per questo sono strutture che non soddisfano alcun requisito di abitabilità.

    In ogni caso, chiedono un regolamento che affronti il problema.

    Bina Bianchini

     

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