Dopo aver constatato l’evidente stato di rovina della Casa Fuerte di Adeje, che è un monumento storico, l’amministrazione dopo molteplici trattative senza esito ha preso la decisione di espropriare la proprietà.
Venerdì 27 maggio, il Municipio di Adeje ha approvato l’avvio dell’esproprio della Casa Fuerte, al fine di avviarne il salvataggio a causa del suo evidente stato di abbandono.
Questo edificio è stato dichiarato Bene di Interesse Culturale (BIC) nella categoria Monumento nel 1986 e si trova ad Adeje di fronte alla Chiesa di Santa Úrsula.
Il sindaco di Adeje, José Miguel Rodríguez Fraga, commenta: “Dovevamo alla popolazione di Adeje questo monumento storico, la Casa Fuerte è molto importante per la città, con una carica simbolica molto forte, dobbiamo salvarla per preservarla e per la gente”.
L’iniziativa parte dall’amministrazione locale a causa dell’evidente degrado dell’immobile dovuto al passare del tempo e all’attuale stato di abbandono da parte dei proprietari, a cui si aggiungono le azioni di vandalismo che si sono registrate con graffiti e il crollo sistematico dei muri.
L’ultima relazione tecnica ricevuta, ha avvertito della necessità di intervenire immediatamente prima che i danni siano irreversibili.
Le imperfezioni che la proprietà presenta attualmente, oltre a quelle già nominate, sono la caduta dei tetti, il deterioramento delle pietre dell’edificio o la scomparsa di graffiti di grande valore storico e artistico.
Segnalano inoltre di aver effettuato interventi con materiali inadeguati che rattoppano, snaturano e decontestualizzano il valore del monumento, precisa la relazione tecnica.
Oltre al restauro della Casa Fuerte, il Comune sta progettando la semipedonalizzazione di Calle Grande.
Questo progetto mira a promuovere la rielaborazione dell’intera area, in modo che gli abitanti e i visitatori possano muoversi facilmente tra le aree turistiche e quelle storiche.
Questa comunicazione tra le aree turistiche e quelle storiche farà conoscere e valorizzare la storia e la cultura della nostra isola, oltre ad aiutare l’economia, generando opportunità e ricchezza su un piano di parità per tutti i paesi del comune.
Il restauro rispetterà il più possibile la costruzione originale della Casa Fuerte, in conformità con le norme internazionali sulla conservazione e il restauro del patrimonio.
Il Comune ricorre alla legge del 16 dicembre 1954 sull’espropriazione forzata, dopo aver cercato per decenni di raggiungere un accordo amichevole con i diversi proprietari che hanno ereditato la proprietà della Casa Fuerte, senza successo.
La Casa Fuerte fu costruita nel 1556 da Pedro Ponte (genovese) per difendere la zona dalle continue incursioni dei pirati che 466 anni fa devastavano la costa di Adeje.
Residenza fortificata, un misto tra casa di campagna e fortezza, con una pianta quasi quadrata, occupava una superficie di 9.024 varas castellanas (7.200 metri quadrati).
Si componeva di un castello e di un mastio, di magazzini, granai, stalle, officina del fabbro, panificio, forni, alloggi della servitù e degli amministratori, oratorio e palazzo principale.
Secondo il naturalista francese Berthelot, “la sala più importante è quella dell’Archivio”, che aveva quattro grandi armadi pieni di documenti, definiti dallo storico Viera y Clavijo “il Tesoro delle Canarie”.
Bina Bianchini