Questo prezioso minerale è infatti indispensabile per il nostro organismo.
Ne sostiene il sistema immunitario e diverse funzioni vitali e lo supporta nei vari processi metabolici.
Per fortuna, lo zinco negli alimenti è piuttosto facile da trovare e, consumando quelli giusti, ci si può assicurare la quantità giornaliera necessaria (circa 12 mg al giorno) per vivere bene.
A tal fine, cerchiamo quindi di capire dove è possibile trovarlo in maggiori quantità.
Quali sono i cibi ricchi di zinco
Sono in tanti a chiedersi dove si trova lo zinco.
Si tratta dopotutto di un elemento meno noto rispetto ad altri minerali come, ad esempio, il ferro.
E per questo a volte può capitare di non sapere neppure quali siano gli alimenti che contengono zinco.
Tra i tanti è bene ricordare:
– Le ostriche
– Il germe di grano
– I fagioli
– I ceci
– Le lenticchie
– I semi di zucca
– I semi di girasole
– Il fegato
– La crusca
– Le mandorle
– Gli anacardi
– I pinoli
– Il cacao amaro
– Il miglio
– La quinoa
– Il farro
Perché è giusto mangiare cibi ricchi di zinco
Lo zinco sostiene in gran parte il sistema immunitario.
Tra le altre cose aiuta la funzionalità cerebrale e pare sia utile per combattere i sintomi della depressione.
Ricco di antiossidanti, aiuta a prevenire il diabete e si rivela utile anche contro gli attacchi di diarrea.
Le sue proprietà benefiche, però, non si fermano qui.
Lo zinco è utile anche per il benessere del feto e del neonato, è un grande amico di pelle e capelli e aiuta a mantenere alto l’umore.
Tutti motivi per cui consumarlo rappresenta un vero e proprio toccasana per la salute anche se, come per ogni vitamina e minerale, è sempre bene assumerlo in modo sano e naturale al fine di evitare eccessi.
Motivo per cui va bene riceverlo attraverso gli alimenti, approfittando di quelli che ne contengono di più e rivolgendosi (qualora servisse) ad un nutrizionista in grado di stilare un piano alimentare completo sia in vitamine che in minerali.
In caso di carenza, però, prima di provare con degli integratori è sempre meglio rivolgersi al proprio medico curante.