Sappiamo che nelle isole non c’è il gas metano, o perlomeno non vi è una rete di distribuzione del gas e se a qualcuno serve si acquista delle bombole.
Ma il metano (anche bio) possiamo farlo in casa.
Una “compostiera domestica” può trasformare i rifiuti organici in bio-carburante e in fertilizzante liquido.
Per chi vive in una casa con un piccolo giardino, e vuole l’autosufficienza energetica, oltre che smaltire autonomamente i rifiuti, può risolvere simultaneamente i due problemi.
Ad esempio, in una piccola compostiera possono essere inseriti fino a 6 litri al giorno di qualsiasi tipo di rifiuto alimentare – tra cui anche carne e latticini – o fino a 15 litri di deiezioni animali.
Una volta riempita, la macchina è in grado di restituire il biometano necessario per circa 3 ore di cottura e da 5 a 8 litri di fertilizzante liquido naturale.
Visitando vari siti si possono trovare decine e decine di sistemi, più o meno grandi, che spiegano come fare e che in un contesto di “laissez-faire”, vi insegnano a produrre energia e fanno risparmiare parecchio.
Oggi, con le nuove tecniche di approccio verso la natura, si scopre che dalle cose semplici si ottiene molto senza inquinare.
Dal grafene (in pratica la grafite della matita) si possono ottenere desalinizzatori di acqua o schermi flessibili.
Da un vaso con delle piante si può illuminare un angolo della casa (vedi articoli già inseriti in L.T dei mesi scorsi) e appunto, dagli scarti alimentari, gas per cucinare.
Nelle immagini: Schemi e immagini da tutto il mondo per produrre gas metano.
Andrea Maino
NB.: le idee proposte in “IDEA!” sono stimoli e non ne garantiamo un risultato metapositivo sia tecnico che di mercato che di marketing. Esse tendono solo a incoraggiare e a ispirare la ricerca per una opportunità personale dei lettori