Siamo sufficientemente consapevoli di vivere in una isola dalla biodiversità eccezionale?
Se noi scegliamo l’isola per viverci, svernare, è perché abbiamo visto e interpretato come possibili delle comodità che rendono la nostra vita più facile.
Vuoi per il clima vuoi per il costo della vita (che comunque sta raggiungendo i livelli alti dell’Italia), vuoi per la tranquilla vita che ancora si può fare lontana dalla piccola criminalità (sulla grande non possiamo pronunciarci: forse c’è? forse no? Boh!) che ti permette di lasciare la macchina incustodita o la bici accostata.
Sicuramente per le spiagge no, dato che non sono il massimo dell’attrazione per chi proviene dall’Italia.
Vero è comunque che il panorama di Tenerife merita una passeggiata, una foto, una sosta, una meditazione, una vita.
Facendo un giro nelle librerie, per organizzare i regali di Natale si trovano anche riviste scientifiche redatte con il patrocinio dei comuni di Tenerife, dei dipartimenti istituzionali che vantano la collaborazione di ricercatori di fama internazionale.
Una rivista mi ha particolarmente colpito perché elaborata con l’ausilio di fotografi esperti, biologi ma redatta interamente da ragazzi di istituti, i nostri licei, tinerfegni.
“Biodiversità in terra di vulcani. Tesori dell’evoluzione”, il titolo.
E un’altra più scientifica “InDifferente” una rivista con nomi di ricercatori di fama internazionale e contributi scientifici interessantissimi: biodiversità nelle isole oceaniche, vulnerabilità delle specie nelle isole, limite della propagazione delle malattie viarie nelle Canarie, questi alcuni argomenti trattati.
Concordo un appuntamento con il responsabile e assessore al medio ambiente del comune di la Orotava, il comune che più di tutti investe nella ricerca del medio ambiente e che ha patrocinato la rivista.
Luis Perera, assessore al medio ambiente con delega al patto del alcaldia, ci riceve nel suo ufficio immerso in un angolo di natura e cultura: il parco culturale di Doña Chana che attualmente ospita una mostra permanente del pittore Otazzo, tragicamente ucciso in Venezuela due anni fa.
L’assessorato al medio ambiente è un’oasi naturale alimentata ad energia solare ed eolica, contornata da alberi e orto ecologico con un sistema di irrigazione autosufficiente.
A volte ci confessa che riceve la visita di colleghi di altri comuni per potere ripetere l’esperienza anche altrove.
“Ci vuole costanza e molta conoscenza del patrimonio naturale e di come trattare la natura.
Bisogna avere competenza per stabilire il compromesso necessario tra la divulgazione scientifica, le possibilità di una comunità e il programma di educazione alla natura” perché, precisa subito Perera “viviamo in una isola dalla biodiversità eccezionale ma la biodiversità non è statica, è dinamica”.
Le isole dell’arcipelago canario, le isole della macaronesia, rappresentano una fonte incommensurabile di biodiversità.
La posizione geografica ha ovviamente influito nella peculiarità delle specie viventi.
Le Canarie sono quindi un laboratorio a cielo aperto per ricerche scientifiche e osservazioni.
Per questo il comune e il suo assessorato patrocinano ricerche e articoli.
Ci spiega così il contributo e il compromesso con la scienza.
23.000 specie viventi si situano nell’isola, 221 quelle introdotte non endemiche e considerate invasore.
“In occasione della propagazione del covid abbiamo parlato di zoonosi, è utile ricordare come invece di allarmarsi è necessario studiare le zoonosi e mantenere viva la biodiversità che evita le propagazioni di malattie zoonotiche: più un ambiente è biodiverso tanto maggiore sarà la difficoltà di propagazione di un virus”.
Perera ci tiene a che si parli insistentemente di biodiversità: “due sono gli aspetti inerenti alla biodiversità, uno l’importanza di tenere sotto controllo il riscaldamento globale, o cambio climatico; due l’importanza delle piante nella regolazione del clima.
Iniziamo dall’ultimo affrontando un tema di estrema attualità che coinvolge non solo l’interesse scientifico e naturalistico ma anche il settore produttivo e socioeconomico dell’isola di Tenerife: le api.
La rivista redatta dai ragazzi presentava studi sull’interazione delle api con le piante, pollinizzazione e piante che filtrano e regolano la temperatura.
Api ma anche il caso della Retama: il cambio climatico e gli animali introdotti nell’isola alterano l’equilibrio. la Retama del Teide è una specie importante dal punto di visto della biodiversità e sta scomparendo”.
“Tenerife”ricorda Perera, “è una isola senza predatori, è stato introdotto il muflone e il coniglio per la caccia.
Questi due animali erbivori si nutrono ovviamente di erba e la Retama del Teide ha ora un predatore introdotto dall’uomo.
Una specie non autoctona immessa altera l’equilibrio.
Se per la specie non autoctona possiamo intervenire, dobbiamo studiare e monitorare per arginare le altre minacce. La Retama è importante perché ci permette di studiare la resistenza al cambio climatico.
Sapere come questa pianta sta reagendo alle temperature che cambiano aiuta a delineare un quadro di resistenza più ampio al cambio climatico”.
Resta in definitiva solo studiare l’impatto del cambio climatico e monitorare l’effetto sulle piante per dare una previsione di futuro, arginare, correggere o evitare se possibile.
“E’ importante studiare anche l’estinzione di una specie per l’influenza del cambio climatico e la ripercussione che comporta il vuoto di questa specie nella natura: le specie che vengono chiamate perdenti climatici o vincenti climatici, la Retama appartiene alla prima ma probabilmente non era una specie dominante ma solo temporaneamente presente.
I paesaggi non sono statici, la biodiversità non è statica e i dogmi di fede andrebbero abbandonati”.
Ci mostra “Indiferente” l’articolo sugli uccelli estinti della macaronesia.
Tutto è importante.
Tenerife è davvero un laboratorio scientifico a cielo aperto.
Ma noi, la popolazione, siamo coscienti di quello che si muove intorno a noi?
Il tema del piano regolatore del Teide ha stimolato l’interesse, non si tratta solo di cambio climatico, a cui Perera mostra insofferenza, preferisce parlare di cura del medioambiente.
Molti i luoghi comuni dissipati durante la conversazione: siccità imminente?
L’isola ha tubi vulcanici di acqua; Perera ricorda che la migliore consapevolezza inizia dal chiamare le cose con il proprio nome: il Teide non è una montagna è un vulcano.
Una popolazione informata e cosciente è il miglior alleato della biodiversità.
E biodioversità significa anche arginare il problema della zoonosi.
Il mantenimento della biodiversità è l’obiettivo unico: proteggere le specie autoctone da quelle invasore per immissione: come la pianta Rabo de gato, non autoctona, che sta invadendo spazi alterando la biodiversità.
È su questo che bisogna intervenire.
Supportato da studi e da personale qualificato si sta avviando il controllo delle specie invasore.
La Orotava è leader del progetto che sta effettivamente riducendo drasticamente la presenza della pianta nella zona della valle Orotava.
La conversazione è poi andata, essendo Perera delegato del pacto dei sindaci, a cosa sia questo patto.
Negli anni passati il governo di canaria ha promosso un patto dei comuni, seguendo le indicazioni dell’Europa che nel 2008 ha voluto coinvolgere le autonomie locali in un progetto di unione per far fronte congiuntamente ai problemi inerenti all’approvvigionamento e uso delle risorse energetiche.
Il governo di Canaria ha così presentato il pacto de las alcaldias.
Nella pagina web de oficinarenovables.es potete cliccare sul vostro comune di residenza e constatare il piano adottato e le aspettative.
Il patto dell’alcaldias è sempre gestito dalla società GESPLAN S.L. , per intenderci la stessa del piano regolatore sul parco nazionale del Teide.
La Gespal con i mezzi a sua disposizione coadiuva gli assessorati di medioambiente nei comuni.
L’obiettivo è quello di favorire maggior impianto di sistemi energetici ecosostenibili preferendo le energie rinnovabili, generare allo stesso tempo una indipendenza energetica dell’isola e posti di lavoro.
Il patto prevede elaborazione ed esecuzione appunto delle energie sostenibili con un piano di azione che preveda, appunto, Patto di Azione per il Clima e Energia Sostenibile (PACES), rendere il modello energetico dell’intera Tenerife efficiente e basato esclusivamente per la totalità del 100% su energia rinnovabile; ridurre le emissioni di gas effetto serra; favorire la autoproduzione di energia elettrica nella popolazione; ridurre i costi energetici; rendere il trasporto urbano dipendente da energia rinnovabile; e dare impulso a un’edilizia con sistemi di energia rinnovabile già impiantati.
Si precisa che ogni attività, nei singoli comuni, si trova però in uno stato non ancora completamente e soddisfacentemente avviato.
Tutto questo rientra nel progetto del Gesplan ma come affronta ogni comune la propria politica inerente al medioambiente?
Conosciamo il territorio nel quale abbiamo deciso di vivere?
Giovanna Lenti