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    Quando e perché il mare non è balneabile

    Quando e perché il mare non è balneabile Venerdì 2 Settembre 2022: vietata temporaneamente la balneazione, nella spiaggia centrale di El Mèdano, La Tejita e El Chinchorro.

    Dato che le isole Canarie sono in Europa, la norma nazionale di riferimento per la balneazione deve recepire la Direttiva 2006/7/CE, la quale sancisce che la valutazione sia effettuata sulla base dei soli parametri batteriologici per Escherichia coli, che non deve essere superiore a 500 UFC (Unità formanti colonie) /100 ml e per gli Enterococchi intestinali che non devono essere superiori a 200 UFC/100 ml. Escherichia coli ed Enterobatteri sono dunque indicatori di contaminazione fecale.

    I controlli devono avere frequenza mensile, da Aprile a Settembre, in base a un calendario prestabilito, la valutazione deve essere effettuata secondo un calcolo statistico e le acque classificate sulla base dei dati delle ultime 3-4 stagioni balneari.

    Il divieto di balneazione per un sito e la sua revoca avvengono a seguito di esito sfavorevole e favorevole di una sola analisi.

    La presenza di Escherichia coli e di Enterococchi è legata all’esistenza di scarichi diretti di fognature non depurate oppure di scarichi mal depurati.

    La ricerca di tali batteri è effettuata essenzialmente, perché la loro presenza segnala condizioni di fecalizzazione.

    Quando e perché il mare non è balneabileDal momento che l’uomo emette miliardi di batteri per grammo di feci (Tenerife con 966.354 abitanti e una densità di 444,71 ab./km2, popolazione che si quintuplica considerando l’arrivo annuale dei turisti!!!), l’Escherichia coli è assunto come principale indicatore di contaminazione fecale, insieme agli Enterococchi fecali e consente di stimare il rischio igienico-sanitario legato alla possibilità di contrarre malattie a propagazione oro-fecale (da virus, elminti, salmonelle, leptospire…).

    Più alto è il contenuto in Escherichia coli e in Enterococchi fecali e più è probabile che vi siano germi patogeni.


    L’associazione imprenditoriale canaria dei consulenti ambientali ha rilevato, che a Tenerife ci sono 200 punti di scarico a mare di cui 136 non hanno alcuna autorizzazione, e nella sola capitale ce ne sono almeno cinque.

    Questa situazione porta le isole Canarie al primo posto in Europa, per sanzioni accumulate inerenti all’inadempimento per il corretto trattamento delle acque reflue.

    A Tenerife sono stati fatti investimenti enormi: 20 milioni di Euro nei due impianti di trattamento di Valle de Guimar fonte della multa milionaria da pagare all’Unione Europea.

    Sullo stesso terreno su cui 25 anni fa il governo delle Canarie lasciò morire un impianto locale di trattamento delle acque senza mai metterlo in funzione, è attualmente in fase di collaudo il primo impianto, che potrà raggiungere i 7.000 metri cubi di acqua al giorno, quando ad oggi ne raggiunge solo 200.

    Sono stati spesi 30 milioni per l’impianto di Granadilla de Abona, altri 27 milioni per Santiago del Teide-Guìa de Isora e il più grande investimento è ad Arona e San Miguel con 80 milioni di Euro, dei 170 milioni dell’accordo con Aguaes per opere in fase di costruzione.

    Si investono milioni di euro in grandi impianti di trattamento, come se fosse la miglior soluzione, quando purtroppo risultano inutili, perché non hanno portata, dato che le città sono sprovviste di reti fognarie da cui dovrebbe provenire l’acqua da trattare.

    Occorrerebbe prima realizzare le reti fognarie per convogliarle poi ai siti di trattamento, ma in un territorio orografico come quello di Tenerife, caratterizzato da un multilivello frastagliato da corsi d’acqua, dove si è costruito negli ultimi 50 anni senza una programmazione edilizia, non è stata prevista un’idonea rete fognaria, lasciando come alternativa solo pozzi neri.

    Pozzi ormai datati, che finiscono per rilasciare il loro contenuto nel terreno, con accumulo di nitrati, inquinamento della falda acquifera e per azione di liscivamento anche del mare.

    Pozzi neri responsabili anche dell’eccesso di nitrati nei terreni agricoli dell’Orotava e della non potabilità delle acque a Puerto de la Cruz e altri 11 comuni.

    Attualmente diventa eccessivamente oneroso e praticamente impossibile la costruzione di una adeguata rete fognaria e l’alternativa per il risanamento, passa attraverso l’impiego di idonei pool batterici, da impiegare all’interno dei pozzi neri.

    Per conoscere l’esatta composizione dei batteri responsabili del blocco della balneazione, occorre approfondire le indagini e conoscere quelli presenti oltre ad Escherichia coli ed Enterococchi, e questo oggi è possibile grazie alla metagenomica.

    La metagenomica è un approccio basato sull’utilizzo di tecniche genomiche moderne per lo studio di comunità microbiche direttamente nel loro ambiente naturale, con il vantaggio di evitare il problema del prelevamento e della coltivazione in laboratorio.

    Attraverso l’esame delle acque non balneabili di Tenerife si sono potuti individuare più di 700 specie batteriche, per capire come poter intervenire e favorire la crescita di specie utili a scapito di quelle potenzialmente patogene.

    Questo ha portato alla coltivazione in laboratorio di batteri utili, che una volta immessi nei pozzi neri, attraverso un processo di competizione alimentare e di capacità di ossidazione delle molecole inquinanti, riescono ad instaurare un equilibrio favorevole allo sviluppo dei batteri utili a scapito dei patogeni.

    L’attività svolta da questi batteri utili si traduce in una riduzione dell’idrogeno solforato, una riduzione dei nitrati ad opera dei batteri denitrificanti con conseguente liberazione di idrogeno molecolare inerte.

    Questa attività prosegue nel terreno contaminato nella falda acquifera e nel mare.

    L’azione dei batteri è agevolata dal particolare confezionamento del prodotto, in forma solida micro-block, che permette da una parte la liberazione costante e continua ogni 24 ore, dall’altra di evidenziarne l’esaurimento.

    Dott. Pier Enrico Rossi

     

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