È un frutto di antichissima coltivazione presso le civiltà precolombiane.
Nei luoghi di origine è chiamato “Mamey zapote”, che ha il significato di “enorme”,
Il “frutto dolce” in Italia non è finora stato diffuso nei mercati per cui non è ancora stato deciso un nome e non è presente in alcun dizionario.
Il frutto ha forma in genere ellittica, può superare i 30 cm di lunghezza e pesare oltre i 2 kg.
La buccia è di color marrone, ruvida, e l’interno è di color arancio-salmone simile all’albicocca, ma ce ne sono anche di colore marrone.
La polpa commestibile ha consistenza molle e di sapore molto dolce, con un aroma che ricorda il caffè.
Ha uno o due grossi semi, lucidi di colore scuro.
È un frutto assai usato nella medicina di alcuni paesi dei Caraibi, perché ritenuto efficace per le infermità gastrointestinali.
In alcune regioni si utilizza anche contro il mal di testa e malattie veneree.
È molto ricco di minerali come ferro, fosforo e vitamina A.
Può essere consumato al naturale o viene utilizzato per preparare gelati, frullati e dessert per il suo sapore delizioso.
È buono anche con il vino; occhio perché il succo lascia macchie indelebili.
Il colore che presenta questo frutto è dovuto ai caroteni che lo compongono, questo antiossidante è particolarmente importante per la salute poiché migliorare il sistema immunitario, ovvero chi difende il corpo da batteri e infezioni.
Anna Catalani