La metà delle persone che vivono per strada nelle Isole Canarie è senza fissa dimora da più di tre anni.
L’Arcipelago è la seconda comunità, dopo Murcia, con la più alta percentuale di senzatetto.
Nelle Isole Canarie, la metà dei senzatetto (49,94%) lo è da più di tre anni, secondo l’ultima indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE) sul fenomeno dei senzatetto, resa pubblica dopo oltre un decennio dall’ultimo aggiornamento.
Secondo la stessa indagine INE, la vittima può aver subito violenze nella casa precedente (11,38%), essere stata ricoverata in ospedale (3,13%), aver avuto problemi di dipendenza (9,81%), aver lasciato la casa dei figli (2,14%), essersi separata dal partner (15,21%), aver dovuto ricominciare da zero dopo essere emigrata (6,62%), perché hanno cambiato sede (6,62%), perché l’edificio in cui vivevano era in rovina (1,97%), perché sono stati privati della libertà (8,82%), perché sono stati sfrattati (9,34%), perché non potevano più pagare l’affitto (8,42%), perché hanno perso il lavoro (4,93%) o perché il loro contratto di alloggio è scaduto (2,32%).
Solo a Tenerife, un team di ricerca della Caritas ha identificato 1.784 persone in una situazione di estrema esclusione abitativa, che sopravvivono in edifici fatiscenti, grotte o anfratti.
I dati dell’INE indicano che nell’arcipelago ci sono 947 persone senza fissa dimora in rifugi e ostelli, una cifra che si avvicina appena alle stime delle associazioni che si battono per l’accesso a un alloggio dignitoso, come Provivienda.
Secondo il suo responsabile nelle Isole Canarie, Fernando Rodríguez, questa cifra è normalmente fino a tre volte più alta se si considerano i casi di coloro che vivono in condizioni precarie nelle strade della regione.
Il tasso di sfratti nelle isole nel terzo trimestre del 2022, cioè la somma degli sfratti eseguiti per mancato pagamento dell’affitto, del mutuo o altro, è di 23,6 per 100.000 abitanti, il più alto in Spagna.
Sempre più giovani, donne e lavoratori sono costretti in questa situazione.
Alcuni riescono a trovare una stanza in affitto, ma i prezzi sono sempre più alti e non riescono a tenere il passo.
Altri ricevono un appartamento in pessime condizioni dopo molti anni.
Una delle iniziative che ha acquisito maggior peso negli ultimi anni si chiama Housing First, un progetto che mira a togliere le persone dalla strada offrendo loro innanzitutto una casa.
Il governo spagnolo, da parte sua, ha finanziato programmi di questo tipo in 12 comuni, tra cui Madrid, Barcellona, Siviglia e Santa Cruz de Tenerife, dove il numero di persone colpite da grave esclusione residenziale è raddoppiato in cinque anni.
I risultati della metodologia, recentemente impiegata nel nostro Paese tra il 2015 e il 2020, mostrano che il tasso di mantenimento dell’alloggio dopo 18 mesi tra i beneficiari di Housing First, circa 150, è superiore al 95%, secondo uno studio condotto da Provivienda e Hogar Sí in collaborazione con l’Università Complutense di Madrid (UCM).
Il problema delle Isole Canarie è che non ci sono molti alloggi sociali.
Tra il 1981 e il 2019 sono stati completati 504.719 appartamenti nella comunità.
Di questo totale, solo 55.152, pari al 10,92%, sono alloggi sociali, la seconda percentuale più bassa in Spagna, secondo i dati dell’Observatorio de Vivienda y Suelo (Osservatorio delle abitazioni e del territorio).
Per darci un’idea, in Navarra, nello stesso periodo di tempo, questa percentuale è del 42%, quasi quattro volte superiore.
Il Piano per l’edilizia abitativa delle Canarie 2020-2025 cita più volte il problema dei senzatetto nel suo testo di oltre 208 pagine, ma non include alcuna iniziativa concreta che proponga soluzioni.
Il più vicino è il progetto Canarias Prohogar, che mira a “promuovere l’accesso all’alloggio per le persone e le unità di convivenza che hanno perso o rischiano di perdere la loro residenza abituale”.
L’Assessorato ai Diritti Sociali del governo regionale precisa che “piuttosto che programmi interni, altri sono sostenuti attraverso finanziamenti”, come il cosiddetto Guaguaseo, basato su un autobus che offre bagni, docce e assistenza medica all’interno dell’autobus.
Secondo gli esperti consultati, le misure attuali per porre fine al fenomeno dei senzatetto si concentrano sul terzo settore e sulle azioni comunali.
I consigli comunali più importanti delle isole stanno lanciando separatamente le proprie strategie di assistenza globale, il che genera un certo divario tra Municipi e lascia poco spazio all’autocritica.
Come se non bastasse, la pandemia ha peggiorato le cose.
L’inflazione, inoltre, ha a malapena alzato il piede dall’acceleratore.
Nel 2019, Cáritas si è occupata di 24.785 residenti nelle Isole Canarie; nel 2022, di 53.186.
Franco Leonardi