Il “must” di Canaria è un pappagallo, un delfino e la coda di una orca con la scritta Loro Parque.
Inevitabile parlare del centro zoologico anche se da anni conosciamo l’isola di Tenerife.
Anche se da anni non andiamo più al Loro Parque o se al contrario ci andiamo ogni anno perché nipoti amici e parenti vari vengono a trovarci sull’isola.
Numerose cose si dicono, si scrivono, sul centro zoologico.
Il Loro Parque non è uno zoo è un Centro Embassy.
Un’ambasciata per gli animali del mondo.
Il centro è collegato con le strutture, gli enti, le fondazioni animali di tutto il mondo, liderandone alcune.
La fondazione Loro Parque gestisce nel mondo quote partecipative del circuito Embassy e finanzia o cofinanzia vari progetti a scopo scientifico di ricerca e protezione.
Le ultime notizie che ruotano intorno al Loro Parque sono sempre quelle delle orche, il centro si appresta a diventare l’unico nel mondo a poter ospitare le orche nate in cattività.
A volte arrivano annunci di nuovi nati e fino ad oggi dodici sono le specie salvate dall’estinzione.
Ultimo il reinserimento del Guacamayo de Lear, al bordo dell’estinzione dal 1994.
Una specie reintrodotta nella natura grazie proprio alle cure e alla protezione data agli ultimi esemplari nel parco. La cura per la conservazione della biodiversità passa attraverso i progetti avviati e la professionalità delle risorse umane che lavorano nel parco.
Una di queste è italianissima.
Un piacere contare con la presenza scientifica della medicina veterinaria italiana nel centro clinico del Loro Parque. Francesco Grande è il veterinario che gestisce il centro della clinica veterinaria del parco.
Arrivato a Tenerife da qualche mese perché richiedevano la sua professionalità ed esperienza.
Abbiamo colto l’occasione quindi per porgli alcune domande che ci aiutano a capire meglio il ruolo fondamentale delle ambasciate animali nel mondo delle specie minacciate da estinzione, il valore della biodiversità e a tenere alto quello degli italiani all’estero.
Intervistiamo Francesco muovendoci per il parco tra i suoi pazienti.
- In che aspetto possiamo ritenere fondamentale per la biodiversità delle specie animale il lavoro del veterinario in un parco zoologico?
Lavorare quotidianamente con gli animali in un giardino zoologico, permette di sviluppare un’esperienza molto importante, non solamente dal punto di vista puramente clinico, ma anche dal punto di vista veterinario generale.
È proprio questa esperienza a 360 gradi, maturata negli anni, che ci permette poi di poter intervenire con consapevolezza e precisione sugli animali nel loro ambiente naturale.
Infatti, risulterebbe davvero molto difficile riuscire ad intervenire o seguire e captare i sintomi per esempio di un mammifero marino in mare senza avere un’ampia esperienza su questi animali, fatta proprio nei giardini zoologici come appunto il Loro Parque.
La conoscenza ulteriormente sviluppata a lato di questi animali e l’esperienza maturata permette di sapere esattamente come intervenire con adeguati strumenti medici per salvare l’animale eventualmente in difficoltà in natura.
In definitiva, tutto quello che si svolge e si apprende nella clinica, permette di trasferire all’esterno la conoscenza acquisita in ambiente controllato.
Il veterinario lavora sempre a stretto contatto con l’addestratore/keeper che di fatto è l’occhio del veterinario, informandolo costantemente di qualsiasi minimo cambiamento dovesse notare nell’animale.
Sempre con l’obiettivo comune di risolvere, laddove si verifichi, un problema e migliorare il suo benessere.
- Che vantaggi dà essere alla guida di un’equipe di veterinari in un parco zoologico ad alto potenziale economico?
Da un punto di vista medico, potremmo dire che hai un rapporto a vita con i tuoi pazienti.
Inoltre, lavorare in una Fondazione come il Loro Parque Fundación, ti permette di essere coinvolto in numerosi progetti differenti e di elevata importanza per il presente e futuro di numerose specie animali e di utilizzare la tecnologia più all’avanguardia per tutelare la salute degli animali.
Ricordiamo che il Loro Parque nasce con spirito ambientalista e nel tempo si è arricchito di specie da proteggere realizzando intorno a queste l’habitat idoneo e pertinente alla vita naturale dell’animale.
È evidente che tutto ciò richieda uno sforzo economico sostanziale e una cura costante in termini di apparecchiature medico scientifiche e cura dell’ambiente vegetale.
- Francesco, la tua presenza su quest’isola come collaboratore esperto in una sede scientifica a carattere internazionale, non è isolata, né risulta essere la prima.
- A cosa pensi sia dovuto ciò?
- Al fatto che la ricerca scientifica italiana ha sempre di più il carattere internazionale?
- Tenerife e la Spagna in generale sono più inclini a ricorrere alle professionalità italiane per affinità e vicinanza o altri sono i motivi?
La base culturale degli studi medico-scientifici in Italia è notevole e ti permette di poter esprimere e mettere al servizio della sanità laddove si pensa possa servire.
L’Italia è sempre stato un paese che ha “sfornato” artisti e scienziati di altissimo valore internazionale.
Oltre alla preparazione, allo studio, alla ricerca, è necessaria sempre grande dedizione e passione per il lavoro soprattutto nel nostro settore, e poi un pizzico di fortuna.
Senza dubbio Tenerife è un posto affascinante, un’isola che evidentemente coniuga bene tutti i suoi svariati aspetti anche per chi viene da fuori, come me.
Nel mio caso, Tenerife mi ricorda molto un’altra isola vulcanica alla quale sono molto legato, Stromboli.
- Si può dire che è un ambiente tranquillo e non agitato quello della clinica nel Loro Parque?
In ambito veterinario, praticamente non esiste “tranquillità”, nel senso che siamo sempre in continuo movimento, dentro e fuori dell’ambiente lavorativo.
La collezione zoologica è una delle più ampie, gli animali interagiscono tra loro, con l’ambiente circostante, è come avere l’intera fauna per paziente.
Interveniamo sempre prontamente per migliorare la loro salute ed il loro benessere.
Non a caso statisticamente gli animali nei giardini zoologici vivono più a lungo dei loro corrispettivi in natura.
Questo è proprio quell’aspetto di ambasciate che è l’essenza della Fondazione Loro Parque.
La cura permette di conoscere meglio l’animale ed intervenire con la giusta preparazione nella natura.
Si può salvare un mammifero acquatico nella natura, senza spostarlo dal suo habitat naturale ed intervenire laddove questo risulti ferito proprio perché si ha dimestichezza con l’animale e si sa come meglio proteggerlo e salvarlo.
- Nella lunga esperienza c’è un animale per il quale hai una debolezza che lo rende il tuo proferito?
Realmente, non ho un animale favorito, e, come veterinario, cerco sempre di mantenere una certa “distanza affettiva”, il cosiddetto sangue freddo, per cercare di intervenire con professionalità e decisione su ogni animale, soprattutto nei momenti più difficili.
Però, sicuramente i grandi felini, vederli da così vicino, fanno tutto un altro effetto.
Leoni, tigri e giaguari… sono veramente affascinanti.
- Qual’ è stata l’emozione più grande provata nella clinica del Loro Parque?
Abbiamo avuto varie emozioni ed esperienze belle, però l’esperienza più particolare è stata quella di fare l’ecografia a las mantelinas l’anno scorso nella spiaggia de Los Cristianos nell’ambito del progetto “CanBio: Red de monitorización del cambio climático, la acidificación oceánica y el ruido submarino en Canarias; y sus relaciones con la biodiversidad y los ecosistemas marinos”.
(NdR Rete di monitoraggio climatico e acidità oceanica e suono sottomarino in relazione a biodiversità ed ecosistemi marini. Un progetto CAN BIO, progetto cofinanziato da Loro Parque S.A. e Governo di Canaria)
Per la prima volta è stata eseguita l’ecografia in questi animali e, grazie a questa, sono state acquisite informazioni scientifiche importantissime per la conservazione di questa specie.
Il lavoro chiama e lasciamo Francesco nel suo laboratorio che ricordiamo è a vista all’interno del Loro Parque, una ambasciata che parla italiano.
Giovanna Lenti