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    Rischio di blackout: il Ministero passa la “patata bollente” al Governo delle Canarie

    Il Ministero della Transizione Ecologica e della Sfida Demografica (Miteco) assicura di essere responsabile solo “dell’autorizzazione alla copertura dei costi a carico del sistema elettrico”.

    Il Ministero della Transizione Ecologica e della Sfida Demografica (Miteco) ha assicurato che “sia la selezione di misure temporanee di emergenza” per eventuali carenze di produzione di energia elettrica nelle Isole Canarie, sia la loro attuazione sul territorio sono di competenza del governo regionale.
    Nel caso di queste misure di emergenza, il Ministero spiega di essere responsabile solo “dell’autorizzazione alla copertura dei costi a carico del sistema elettrico”, che ha calcolato in una bozza di ordinanza ministeriale.
    Questo è quanto il dipartimento governativo spagnolo ha voluto “chiarire” in un comunicato dopo che il presidente del Cabildo di Gran Canaria, Antonio Morales, ha sollecitato l’Amministrazione a evitare che le Isole Canarie soffrano un deficit energetico di 300 megawatt nel 2024.
    Il Cabildo avverte che il sistema energetico di Gran Canaria è “pericolosamente insicuro”.
    Assicura inoltre di “aver mantenuto un contatto costante per tutti i tipi di questioni ordinarie e straordinarie nelle aree di sua competenza, fornendo soluzioni alle autorità delle Isole Canarie”, un’interlocuzione in cui “ha notato che le proposte avanzate dal governo delle Isole Canarie sull’energia elettrica non erano giuridicamente valide”, che è stata “trasmessa e spiegata al ministero regionale proponente”, si legge nel comunicato.
    Nonostante ciò, il Ministero sostiene di “aver adottato misure per garantire la fornitura di energia elettrica ai cittadini delle Isole Canarie, rispettando le garanzie legali e il quadro normativo concordato con l’Europa”.
    Una soluzione, aggiunge la nota, che “il Ministero regionale ha escluso, chiedendo che sia il governo nazionale a concedere, con Regio Decreto Legge, il regime di remunerazione specifica aggiuntiva ai nuovi impianti, senza sottoporlo a una procedura di gara”, opzione “difficile da giustificare dal punto di vista giuridico e delle competenze”, motivo per cui il Ministero ha informato il Governo delle Canarie “della sua inattuabilità”.
    “L’azione legislativa richiesta non era né fattibile né in linea con quanto autorizzato dalla Commissione europea. Qualsiasi decisione in merito deve essere conforme alla relazione della Commissione sulla RD 738/2015, che ha autorizzato, dopo anni di lavoro da parte del Ministero, lo sblocco di una procedura il cui iter è durato cinque anni, comprese le molteplici riunioni del Ministro, del Segretario di Stato e dei team tecnici, con i loro omologhi responsabili degli aiuti di Stato e della concorrenza”.
    Qualsiasi azione al di fuori del quadro normativo approvato dalla Commissione richiede una nuova procedura di autorizzazione ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato, sottolinea il Ministero.
    Inoltre, avverte che “una volta che la Commissione ha risolto il caso stabilendo il quadro degli interventi autorizzati, la Spagna non può discostarsi da quanto approvato o, quindi, ricorrere nuovamente alla soluzione eccezionale del 2018”.
    In conformità con questo regime normativo sostenuto dalla Commissione Europea, il Ministero “ha progettato, insieme al Governo delle Canarie, le gare d’appalto per la nuova energia a lungo termine” e qualsiasi “soluzione aggiuntiva a breve termine deve essere compatibile con la decisione 2020 della Commissione Europea sulla conformità della RD 738/2015, con il quadro degli aiuti di Stato”.
    Tuttavia, “le proposte presentate finora dal governo delle Canarie sono state palesemente contrarie, il che avrebbe richiesto una nuova procedura di autorizzazione e, quindi, il rischio di non poter essere messe in pratica per anni”, si legge nella nota.
    Franco Leonardi

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