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    Le macchie solari. Riconoscerle, prevenirle, curarle

    Inutile dire che con il clima di Tenerife e l’inclinazione dei raggi solari cui è esposta, ho molti pazienti affetti da macchie solari e soprattutto preoccupati perché aumentano a ritmo crescente per quante creme e protezioni cerchino di usare.

    Come spesso accade bisogna considerare un sistema di co-fattori che spesso agiscono in contemporanea, infatti, i cambiamenti ormonali, patologie come l’epatite o il diabete, una significativa gamma di farmaci di uso anche piuttosto comune, il mero invecchiamento che assottiglia la pelle rendendo visibili imperfezioni altrimenti non rilevabili a occhio nudo e rendendo meno omogenea l’azione della melanina, sono tutti fattori che collaborano con l’esposizione al sole a determinare l’effetto dalmata che tanto ci infastidisce e ci preoccupa.

    Ma è poi vero che ci deve preoccupare?

    Solo quando la chiazza ha bordi irregolari, cambia forma o colore ed è grande almeno 4/6 mmm.

    In questo caso è meglio consultare un dermatologo perché potrebbe essere il segnale d’avviso che siamo di fronte a un tumore della pelle.

    Delle macchie in quanto tali, invece no, non dobbiamo preoccuparci in assoluto se non per un fattore prettamente estetico.

    Non assumere estrogeni, usare una crema protettiva, prendere il sole nelle ore meno calde, idratare la pelle anche nei periodi dell’anno in cui non si prende il sole, evitare prodotti per la pulizia della pelle che contengano acido glicolico o perossido di benzoile e prediligere prodotti rigorosamente naturali.

    E’ un prodotto di comprovata efficacia il siero a base di vitamina C che inibisce l’azione della tirosinasi, l’enzima che regola la sintesi della melanina oppure è possibile scegliere un prodotto a base di Niacinamide che non inibisce la produzione della melanina ma blocca il trasferimento della stessa agli strati superficiali della pelle.


    In entrambi i casi parliamo di tamponare ma non di risolvere, la presenza di macchie cutanee.

    Se poi decidiamo di intervenire perché proprio non le sopportiamo, ci sono tre principali approcci: la microdermoabrasione, che consiste nel rimuovere uno strato superficiale di pelle abradendola con particelle  microscopiche di sostanze cristalline.

    E’ di fatto una asportazione meccanica e, se non eseguita da personale esperto, può dare luogo a sgradevoli conseguenze.

    Terapia laser che utilizza la luce concentrando raggi di piccolissimo diametro e alta potenza sul perimetro della macchia.

    I peeling chimici che eliminano la macchia asportando direttamente lo strato di pelle sul quale si è generata.

    Infine, la luce pulsata, ancora una volta solo in mani davvero esperte, può avere effetti significativi se si effettuano più cicli a frequenze non troppo elevate, ma bisogna prestare moltissima attenzione perché se ci si espone al sole prima del periodo di 2, 3 settimane necessario alla pelle per poter essere di nuovo esposta al sole, si incorre nella formazione di macchie molto evidenti e impossibili da rimuovere.

    Dott. Alessandro Longobardi

     

     

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