Sono passati oramai oltre 40 anni da quando ho iniziato a dedicarmi all’apparato masticatorio.
Giorno dopo giorno allargando l’orizzonte e imparando a guardare oltre al “dito”, per noi dentisti oltre al “dente”, ho iniziato a capire che la masticazione prima di essere un organo deputato alla nutrizione, ha una funzione primaria molto importante nell’espressione del nostro comportamento.
Se facciamo una considerazione sul lavoro effettivo dei nostri denti nella masticazione del cibo, considerando l’ammontare di tempo in cui le arcate (i denti) vengono a stretto contatto, considerando 3 pasti al giorno e circa 1.500 deglutizioni al giorno, (la corretta deglutizione della saliva, conosciuta come deglutizione secca, deve essere fatta con i denti a contatto, questo per creare un ancoraggio delle arcate ed evitare così lo spostamento dei denti nel tempo dovuto alla pressione della lingua e dei muscoli delle guance, durante l’atto della deglutizione), la somma del tempo di contatto per tutto questo, non supera i 15/20 minuti al giorno.
Allora come fanno i nostri denti ad usurarsi così tanto, in alcuni soggetti già in giovanissima età?
Non è certo per l’usura dovuta alla masticazione del cibo!
Provate a pensare un attimo: quando facciamo uno sforzo, la cosa che facciamo è stringere i denti.
Una paura, un rumore improvviso e ci troviamo con i denti stretti, quando siamo concentrati senza che ce ne accorgiamo, abbiamo i denti stretti, ci arrabbiamo e stringiamo i denti.
Ci sono decine e decine di situazioni nelle quali ci troviamo con i denti stretti a contatto.
E nel sonno cosa succede?
Diciamo che tutte le persone, in periodi più o meno frequenti e lunghi della propria vita, stringono i denti mentre dormono.
Il serramento può essere “centrico” quando si stringe e basta, oppure “eccentrico” quando al serramento si accompagna lo spostamento della mandibola da un lato all’altro, con movimento più o meno accentuato.
Nella media da 0.5 a 3 mm.
Questo è conosciuto come bruxismo (digrignare i denti).
Questi atteggiamenti vengono definiti parafunzionali in quanto non rientrano nella condizione legata alla nutrizione che sarebbe la funzione propria (masticazione del cibo).
Quali sono le conseguenze di queste “PARAFUNZIONI” (serrare e digrignare i denti)?
Qui gli effetti possono essere molteplici, così le variabili da prendere in considerazione.
Il sistema masticatorio è un organo molto complesso, considerando solo la stretta funzione delle arcate dentarie, troviamo già molte componenti anatomiche:
- I denti
- Il parodonto (che rappresenta il sostegno dei denti e consiste dell’osso (osso alveolare) dove il dente è inserito incluso il legamento che lo tiene fissato all’osso stesso.
- Le gengive che rivestono l’osso fino alla parte del colletto dei denti e si divide in gengiva “dura” e gengiva “molle”. Più gengiva “dura” avvolge il dente e più il dente è protetto sia da traumi che da infezioni e infiammazioni.
- L’osso basale che rappresenta le fondamenta sia della mandibola che della mascella
- L’articolazione Temporo-Mandibolare che articola la mandibola con la basale del cranio.
- Il sistema neuromuscolare (insieme dei nervi e muscoli) che serve a far muovere il tutto.
Ma c’è un’altra parte che sta sopra a tutto questo: IL SISTEMA COMPORTAMENTALE!
Sì è il nostro comportamento (cervello e molto di più che ancora non conosciamo), che impartisce tutte le informazioni attraverso i nervi ai muscoli, responsabili di muovere il sistema masticatorio per effettuare l’azione e quindi il lavoro che deve compiere.
Ma c’è molto di più!
La masticazione è correlata a tutti gli organi senso: udito, vista, gusto, olfatto ed infine ma non per ultimo il SISTEMA PROPRIOCETTIVO.
Immaginate che cosa possono percepire le labbra, la lingua, i denti stessi, nulla è più sensibile come percezione di questi organi, come si può vedere in questa immagine che rappresenta il famoso “Homunculus” che proietta il nostro corpo sulla corteccia cerebrale in funzione della capacità di percezione sensitiva / propriocettiva.
E’ facile capire che la faccia in particolare la bocca e l’apparato masticatorio rappresentano una buona parte della corteccia cerebrale.
Tutto questo è sufficiente a farvi pensare quanto complesso sia in effetti l’apparato masticatorio e come le disfunzioni di questo possano influenzare una miriade di altri sistemi, in particolare quelli del complesso facciale stesso (splacno-cranio).
Se il nostro comportamento gioca un ruolo primario nella funzione masticatoria, si capisce che abbiamo a che fare con un’altra scienza ancora poco conosciuta: la scienza del comportamento.
Il comportamento è una funzione che non può essere suddivisa in settori in quanto lavora nell’insieme, non solo del nostro corpo, ma interagisce con tutto ciò che ci circonda: ambiente, interazioni sociali a tutti i livelli (occupazione, rapporti affettivi, abitudini, condizionamenti, ecc…)
L’argomento che tratta le abitudini e le disfunzioni comportamentali e la correlazione con l’apparato masticatorio, coinvolgendo il distretto testa, collo e molto di più, è vastissimo e implica veramente una conoscenza multidisciplinare.
Per questo motivo ad oggi sono molto pochi i medici/odontoiatri che si sono dedicati allo studio ed al trattamento di questi pazienti definiti come “pazienti disfunzionali”.
Per questo motivo da tempo si parla se i problemi disfunzionali legati alla masticazione siano un problema dentale oppure un problema per il dentista!
Da molti anni, oltre 40 oramai, mi dedico a questi pazienti, acquisendo negli anni conoscenze in psicofisiologia, medicina comportamentale, oltre ad una specialità in psicoterapia ad indirizzo neuro-psico-fisiologico, scienze della nutrizione, rieducazione neuromuscolare mediante monitoraggio fisiologico, oltre ovviamente tutto ciò che riguarda le discipline odontoiatriche con particolare attenzione all’occlusione propriocettiva.
Il paziente disfunzionale può manifestare molti sintomi, i più frequenti sono le cefalee muscolo tensive (mal di testa dovuto a eccessiva tensione dei muscoli), di solito le zone più interessate dal dolore, solo la base della nuca che si irradia verso le tempie, la fronte, intorno agli occhi, i rami ed il corpo della mandibola, oppure, verso il collo, spalle fino a distretti più in basso.
A seconda dell’area prevalentemente interessata dal dolore, si è in grado di capire quale sia la causa o la prevalente parafunzione che scatena questo ciclo vizioso.
Altri sintomi frequenti sono gli acufeni (senso di fischio all’orecchio), gli ovattamenti dell’orecchio (sensazione di orecchio chiuso come quando si va in montagna o in aereo durante gli atterraggi), le vertigini o il senso di mancato equilibrio.
L’odontoiatria in tutto il mondo ha perso la visione dell’insieme.
Non vale purtroppo solo per il settore odontoiatrico ma per tutti i settori della medicina.
Dico questo per verifica diretta.
Ho passato decenni ad insegnare in università di mezzo mondo, dagli USA dove ho insegnato per oltre 20 anni, al Giappone, Cina, Paesi Arabi, Europa e ovviamente Italia.
Se prendiamo una persona e mettiamo intorno 50 medici, non riescono a vederla tutta.
Da molti anni l’accademia e non solo, persegue il principio della foglia e non dell’albero e tanto meno della foresta. Pensate solo nel campo odontoiatrico quante specialità ci sono.
Al di là di tutto il dentista vede solo i denti.
Quelli che riescono a vedere oltre, si spingono alle gengive (parodonto) e poi?
Magari parlano di muscoli e di articolazione della mandibola, ma quanti hanno veramente conoscenza e strumenti per eseguire una valutazione neuromuscolare e articolare correlata alla malocclusione?
Questa è un’introduzione generica delle problematiche legate al sistema masticatorio.
Gli argomenti specifici delle disfunzioni correlate al sistema masticatorio sono veramente molteplici e interconnessi tra loro, a volte in modo estremamente complesso.
Per questo motivo faremo mensilmente degli editoriali trattando di volta in volta degli argomenti specifici legati al sistema masticatorio e alle sue disfunzioni.
Sono certo che molti di voi avranno modo di identificarsi in alcune situazioni che verranno esposte e magari capire il perché del proprio problema che spesso non ha ancora trovato una soluzione.
Negli editoriali potremo parlare di problemi specifici indicati dai lettori che li possono esporre inviando una mail a: [email protected] alla attenzione del Dr. Ivan Dus
Dr. Ivan Dus, Medical Implant