Alla fine di Calle El Risco, una strada cieca all’interno del Poligono Industrial de Granadilla a cui si accede dall’uscita 51 della TF-1 (l’Autopista del Sur), non lontano da un grande deposito di Mercadona si estende un enorme parcheggio che le tre volte che ci sono andato ho sempre trovato surrealmente deserto.
Conviene parcheggiare nell’angolo superiore sinistro rispetto alla direzione di arrivo, perché proprio da lì parte uno straordinario percorso non segnalizzato, né all’inizio né in nessun altro suo punto.
Imboccato il sentiero, oltrepassato in discesa un piccolo mirador e attraversato il tunnel di un centinaio di metri che alla nostra sinistra passa sotto l’autostrada, inizia lo straordinario viaggio nella città incantata del Monumento Natural de Los Derriscaderos: un fiabesco susseguirsi di oniriche forme rocciose disseminate lungo un’intricata rete di gole scolpite migliaia di anni fa nella pietra pomice color giallo chiaro, tipica della zona, dalle esplosioni vulcaniche prime artefici del fantasmagorico alternarsi di capricciose volute di roccia lentamente scavate dal vento nell’inesorabile trascorrere dei secoli.
All’interno del Monumento Natural non esistono insediamenti umani, ma solo un paio di isolati allevamenti di bestiame e qualche cava abbandonata; la zona è praticamente sconosciuta ai non escursionisti e raramente vi si incontrano altri camminatori, perché come dicevo il percorso è totalmente privo di segnaletica; per questo è facile perdersi nell’intersecarsi dei sentieri se non si è preventivamente e attentamente preparato l’itinerario a tavolino. Specialmente nella stagione calda è indispensabile portarsi dietro acqua in abbondanza e un copricapo, perché qui scordiamoci l’ombra della laurisilva di Anaga all’altro estremo dell’isola: in questa arida landa cresce a stento solo un po’ di vegetazione bassa ma niente alberi, e il sole picchia implacabile sul paesaggio sassoso… ma proprio in questo alternarsi di fantasmagorici merletti di roccia in un panorama desertico sta il suo incredibile fascino.
Lascio spazio alle immagini, più eloquenti delle parole… perché anche questa è Tenerife… non solo playa, mar y sol !
Francesco D’Alessandro