Lolita Lobosco è la versione femminile di Montalbano?
Gentilissimi lettori: l’uomo propone e Dio dispone, infatti siccome “Le indagini di Lolita Lobosco” sono andate in onda a marzo, pubblico questa cronaca e rimando quella su Sheridan.
Non dico la data, potrei sembrarvi un detective bugiardo come il mio professore, e questo sarebbe un onore, Nero Wolfe battezzato da me il re dei bugiardi.
Luce, motoreee!
Il sottotitolo di questa cronaca potrebbe essere: “La poliziotta che lascia cadere la sua mutandina dal balcone!” Infatti nella presentazione di quella fiction, la prima cosa che vediamo è una mutandina che cade.
Impossibile immaginare l’inizio de “I bastardi di Pizzofalcone” con un boxer dell’Ispettore Lojacono cadendo!
Non sono un moralista, credo nell’amore romantico, certamente con sesso come una cosa naturale, e anche nella fedeltà.
Allora ci siamo riuniti con il mio amico l’Avvocato Porta, impersonato dall’amato Gigi Proietti, per decidere se presentare al commissariato di Bari una denuncia contro qualche sceneggiatore delle TV, crediamo sia un caso di maschilismo.
Come mai?
Perché ci sono poche fiction dove la protagonista è una poliziotta seria, cioè capace di non mescolare la sua vita amorosa con il suo dovere?
Questa cronaca è dedicata all’Ispettore Capo Rosa Scafa, la prima poliziotta italiana.
Di esempi di poliziotte serie ce ne sono diversi e mi piacciono molto, ma non sono protagoniste!
Ad esempio: Sostituto Procuratore Longhi (fiction L’Ispettore Coliandro); Vicequestore Capo Nunzia Raimondi (Resta con me); PM Laura Piras (I bastardi di Pizzofalcone).
Non mi piacciono neanche un po’ i poliziotti che non riescono a separare la loro vita privata dal sacro mestiere di pubblico funzionario, come ad esempio quel commissario di Vigata.
Con Lolita Lobosco è stata una antipatia al primo sguardo, ma sono lieto perché il mio fiuto di segugio non si sbaglia: è la mia legge dei 20 minuti, cioè se dopo 20 minuti un film non mi emoziona impossibile che mi piaccia. Avevo intuito che potevo provare delusione con questa fiction, dopo aver fissato l’asticella così in alto con “il Commissario Ricciardi” e “I bastardi di Pizzofalcone”.
Non si può regredire da Rossini al reggaeton!
È una sfida, e tanto, scrivere una cronaca su un personaggio che non mi va a genio, e forse questo mi farà essere più tollerante con il mondo.
Chi lo sa?
Lo sapete già che, quando ho scritto la rubrica su Montalbano, è stato soltanto per spiegare come lui fa vergognare la nostra Polizia.
Ho letto qualche commento che diceva che Lolita Lobosco sarebbe la versione femminile di Montalbano, però per me questo non è un elogio.
Prima di vedere il primo episodio di Lolita Lobosco sapevo già che non mi sarebbe piaciuta, che possiamo aspettarci da una Vicequestore che indossa scarpe con tacco a spillo?
Bisogna spiegarvi le difficoltà che avrà quando lei scenderà in campo a inseguire un criminale?
C’è un fatto curioso, e soltanto per questo credo che scriverò una bella cronaca, giudicatelo voi, mi piacciono quasi tutti i colleghi di Lolita Lobosco, se vi dico che ci sono molti simpaticoni questo significa che potrei avere voglia di conoscerli.
Ad esempio mi sono emozionato con i poliziotti del commissariato quando registrano il brano “Il cuore è uno zingaro” per capodanno.
Invece Lolita passa il Natale in modo ipocrita con una famiglia che non funziona: sua madre quasi rimbambita che parla con il marito morto e quella serpe di sua sorella.
La sua migliore amica è il PM Marietta Carrozza, è sposata e si vanta di avere un amante, non voglio accettare che le donne del XXI secolo non credono alla fedeltà.
Ricordate la mia cronaca su Màkari?
Quale era, a gennaio 2024, la grande differenza tra la fiction di Lolita Lobosco e Màkari?
Saverio mi sembrava aver raggiunto la maturità ai 45 anni, però mi sono sbagliato.
Nella terza stagione, che io NON vedrò, lui ritrova due ex fidanzate e cominciano i guai con Suleima la sua compagna.
Lei è tanto immatura quanto lui e lo fa ingelosire con un tizio.
Potete ridere ma nel secolo scorso ho avuto una suocera, ora sono divorziatissimo, che diceva così: Per ogni rospo nasce una “rospa”.
In corretto italiano significa che per un Saverio nasce una Suleima.
Mi piacciono le fiction dove i personaggi evolvono come nella vita stessa, ma Saverio fa una regressione.
Tornando a Lolita vi dico che lei è tanto immatura quanto il Commissario Montalbano; infatti lei ancora sente qualcosa per un suo ex innamorato, colui che nel primo episodio è accusato di stupro; lo stesso giorno che è scagionato lei lo invita a casa sua e finiscono a letto.
Mamma mia!
Entrambi sono prodotti del relativismo morale odierno, ognuno di noi ha la sua verità ovviamente soggettiva, cioè che nel mondo convivono diverse morali.
Ad esempio per tutti noi la pederastia è un crimine e per altri sarebbe un diritto umano!
Per favore che Dio mi dia pazienza per sopportare tanti ignoranti!
Insomma la Lobosco sarebbe una poliziotta in gamba però non mi piace il suo stile sexy, infatti dal momento che gli uomini sono immaturi, siamo nel Sud in un mondo maschilista, una buona poliziotta dovrebbe mostrarsi quasi asessuata sul lavoro.
Il suo stile sexy non si giustificherebbe neanche nel caso di una detective privata.
Insomma non voglio fare come quei critici che parlano dei paesaggi e della ricostruzione d’epoca, quando il film non è di buona qualità.
Certo che la Puglia e i suoi paesaggi sono meravigliosi, ma questo non mi spinge a vedere la fiction, non chiedetemi questo sacrificio.
Commissario Steneri
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