More

    Il fenomeno della “Calima”

    Foto mar off

    La “Calima”: È un fenomeno meteorologico che comporta la presenza di piccole particelle solide sospese nell’atmosfera, sufficientemente numerose da conferire all’aria un aspetto opaco.

    Calima è sinonimo di atmosfera nuvolosa e di crepuscoli giallastri o arancioni.
    Le particelle che compongono la calima sono solitamente polvere e sabbia, anche se si possono trovare tracce di cenere e argilla.
    Le dimensioni di ciascuna particella possono variare da unità inferiori al micron a decine di micron.
    In ogni caso, l’inalazione prolungata di queste particelle è molto dannosa per la salute.
    La calima dura di solito qualche giorno.
    Di solito scompare quando si verifica un cambiamento della massa d’aria, che di solito comporta un aumento del vento e talvolta della pioggia.
    Entrambi i fenomeni contribuiscono a disperdere le particelle in sospensione.
    Si possono distinguere due tipi di calima in base all’origine delle particelle:
    Calima di tipo A: è il tipo di calima più comune.
    È causato dal trasporto di sabbia, sali d’acqua o altri elementi presenti nell’ambiente.
    Calima di tipo B: è legata all’inquinamento e agli incendi boschivi.
    Respirare le particelle di questo tipo di foschia è particolarmente pericoloso per la salute.
    Ad esempio un tipico caso di calima di tipo A si osserva spesso (soprattutto durante l’inverno), quando i venti orientali soffiano la polvere dal deserto del Sahara verso l’arcipelago, provocando una significativa riduzione della visibilità.
    La calima di tipo B, invece, si riscontra nelle grandi città come Madrid, soprattutto in inverno e in condizioni di grande stabilità atmosferica.
    Questo perché, con l’assenza di vento e di precipitazioni, oltre che di un’inversione termica, il ristagno degli inquinanti (provenienti dal traffico o dal riscaldamento) è fortemente favorito.
    Nebbia e foschia sono fenomeni che, come la calima, riducono la visibilità. Tuttavia, mentre questi sono causati dalla condensazione del vapore su particelle di acqua liquida, la calima è causata dalla presenza di particelle solide.
    In altre parole, la calima si differenzia da altri fenomeni simili perché non richiede la formazione di aria umida. Inoltre, a differenza della nebbia e della foschia, la calima ha effetti negativi sulla salute.
    foto Jörg Bergmann
    Calima e precipitazioni
    Quando le precipitazioni hanno origine in un ambiente calimoso, si verifica quella che viene comunemente chiamata “pioggia di fango”.
    Questo fenomeno si verifica quando le gocce d’acqua o i fiocchi di neve trasportano con sé le particelle di polvere sospese nell’aria, depositandole sul terreno o su qualsiasi oggetto superficiale.
    Se invece le precipitazioni coincidono con una calima di tipo B, si possono produrre piogge acide, molto dannose per l’ambiente.
    La calima ha un impatto negativo sugli indici di qualità dell’aria, in particolare sull’indice PM10 (particelle sospese nell’aria di dimensioni inferiori a 10 µm).
    In Spagna, la concentrazione limite giornaliera per il PM10 è fissata a 50 µg/m3 e non deve essere superata in più di 35 occasioni per anno solare.
    Come esempio del suo impatto, nel febbraio 2020, durante un periodo di caldo torrido nelle Isole Canarie, è stata raggiunta una concentrazione di particelle molto vicina ai 2.000 µg/m3, superando di 40 volte il valore massimo raccomandato.
    D’altra parte, va notato che la calima può contenere particelle nocive, poiché spesso sono trasportate dal vento dalle aree in cui vengono rilasciati gli inquinanti.
    Innanzitutto, va ricordato che, a causa delle loro dimensioni, le particelle di PM10 possono entrare nell’organismo attraverso le vie respiratorie e raggiungere direttamente i polmoni.
    I principali effetti diretti sulla salute comprendono problemi respiratori e irritazione delle mucose (ostruzione nasale, prurito agli occhi e tosse) fino a portare nei casi estremi al cancro ai polmoni.
    Inoltre, se la calima è densa e persistente, può causare broncospasmo, dolore al petto e asma.
    In alcuni casi, anche l’inalazione di particelle può scatenare un attacco d’ansia.
    D’altra parte, l’effetto indiretto più importante è la riduzione della visibilità, in misura maggiore o minore.
    Anche se questo non influisce direttamente sulla salute, può portare a incidenti stradali e ad altri problemi associati alla riduzione della vista.
    Per mitigare gli effetti della calima, la popolazione deve essere informata del rischio con sufficiente anticipo, e per questo è essenziale conoscere le previsioni meteorologiche.
    In caso di calima, si raccomanda di tenere le finestre chiuse, di indossare una mascherina se si deve uscire, di evitare l’esercizio fisico all’aperto e di bere molti liquidi per evitare la disidratazione (soprattutto bambini e anziani).
    Da dove deriva il termine “calima”?
    L’origine del termine deriva dalla parola “calina”, che a sua volta si riferisce al latino “caligo” o “caliginis”, e si traduce come “fumo nero”, “nuvola” o “nebbia opaca e nera”.
    Bina Bianchini

    Articoli correlati