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    La paura a Tenerife

    Foto di Cristiano Collina

    Pochi luoghi a Tenerife hanno un alone di mistero maggiore del barranco di Badajoz, uno spazio naturale con angoli pieni di storie che è diventato sempre più attraente nel corso degli anni, come dimostra la “Rotta della Paura” che lo attraversa.

    Ma, al di là dei suoi enigmi e dei suoi segreti, è un luogo straordinario con rilievi impressionanti e un grande interesse botanico e storico che vale la pena scoprire se si approda sulla più grande delle Isole Fortunate.
    Quando si percorre l’autostrada TF-1 da Santa Cruz de Tenerife verso la zona di El Médano, nel sud dell’isola, il paesaggio contrasta fortemente con il verde del nord dell’isola.
    Qui il rilievo è spoglio e arido, battuto dal sole implacabile che di solito è molto più presente rispetto all’altro lato del Teide, dove la copertura nuvolosa è più costante.

    Foto di Cristiano Collina
    Per questo motivo, al Puertito de Güimar, è sorprendente trovare una striscia di terra che assomiglia più a una ridotta presa dall’altro lato della strada dell’Esperanza, la TF-24.
    Una striscia con abbondante vegetazione che si estende quasi fino alla costa e che non ha nulla a che vedere con il “malpaís” (zona-pietraia) che ci siamo appena lasciati alle spalle.
    La vegetazione del barranco di Badajoz vi lascerà senza parole.
    In questa parte del comune di Güimar, famosa per le sue celebri piramidi, troviamo profondi barrancos pieni di vegetazione che, in molti casi, non hanno nulla a che vedere con gli arazzi che possiamo trovare in altre zone dell’isola.
    Uno di questi, il barranco di Badajoz, situato più in alto – fino a oltre 1.800 metri sul livello del mare – di un’altra attrazione di questo settore, le Ventanas de Guïmar, ha acquisito nel tempo una giusta fama grazie alle numerose storie che ha accumulato tra le sue pareti vulcaniche.

    Foto di Cristiano Collina
    Questa è una delle zone di Tenerife con più leggende e mistero di tutta l’isola.
    I ripidi rilievi sotto il porto di Izaña, in direzione della spiaggia di El Cabezo, nascondono un tratto di diversi chilometri particolarmente rilevante, il cui nome deriva da un conquistatore castigliano del XV secolo, Juan de Badajoz.
    Conosciuta dagli aborigeni guanci come Chamoco, qui sono state rinvenute vestigia della loro attività passata, in particolare nella grotta Cañizo, una cavità inaccessibile, situata a 100 metri di altezza su uno dei lati del barranco, che deve il suo nome ai dodici bastoni di legno posti sul tetto, frutto di presunti riti funebri, secondo alcune teorie.

    Foto di Cristiano Collina
    Questi materiali si aggiungono ad altri resti archeologici che sono stati trovati e che aggiungono significato e storia a questo luogo impressionante.
    Si dice che in questo barranco vivessero il mencey di Güimar, Acaymo, e suo figlio Añaterve; sembra che quest’ultimo si sia ritirato qui con il suo popolo per rifugiarsi dopo la conquista castigliana, grazie all’abbondanza di grotte, cibo e acqua.
    Il barranco di Badajoz è soprattutto uno dei luoghi più belli di Tenerife.
    Foto di Cristiano Collina
    Oltre al suo grande valore storico, questo luogo protetto, incastonato tra pareti prominenti, è di grande interesse botanico per la sua ricca vegetazione e la presenza di diverse specie endemiche.
    Ma passeggiando, è facile rendersi conto che si tratta anche di un luogo pieno di magia.
    Forse è il paesaggio imponente, con le pareti del barranco che sovrastano le nostre teste, o forse sono le numerose testimonianze, sulle pendici stesse, della presenza umana nel passato.

    Foto di Cristiano Collina
    Molte di esse hanno a che fare con le gallerie scavate nella roccia nel corso del XX secolo per rifornire d’acqua la popolazione dell’isola.
    Vari canali, come quelli di Izaña, Cañizo, Chamoco e Araya, che hanno una lunghezza nota di oltre 15 chilometri (la distanza esatta di alcuni di essi non è nota).
    Sono proprio queste gallerie le protagoniste di una delle leggende che avvolgono di mistero il barranco di Badajoz. Secondo la storia, alcuni degli operai che crearono questi canali incontrarono “sfere di luce bianca” o “esseri vestiti di bianco”.
    Luci ricorrenti che sono apparse in altre occasioni, dando vita ad alcuni degli episodi soprannaturali che hanno conferito alla gola la sua fama nel corso degli anni.
    Un’altra delle leggende indissolubilmente legate a questo luogo è quella della “Ragazza delle pere”, una delle più popolari, secondo la quale una ragazza avrebbe assistito all’apparizione di questi esseri vestiti di bianco mentre raccoglieva frutti da un albero di pere, che la guidarono all’interno di una grotta.
    Foto di Cristiano Collina
    L’aspetto curioso del caso è che la ragazza era scomparsa da decenni, ma quando è tornata a casa sembrava che il tempo non le fosse passato davanti.
    Questa “Ruta del Miedo” ci conduce attraverso questa misteriosa gola, in un giro ad anello, mostrandoci questo incredibile spazio naturale di Tenerife e i suoi numerosi angoli storici, permettendoci di conoscere a fondo, inoltre, queste e molte altre storie magiche che conferiscono tanta attrattiva a questa caratteristica geografica del comune di Güimar.
    Bina Bianchini

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