Arrivò dopo la conquista delle isole di Lanzarote e Fuerteventura.
Nei secoli successivi si diffuse in tutto l’arcipelago, dove cambiò la sua fisionomia come forza lavoro nelle campagne dell’isola e divenne il cammello canario.
Da circa 40 anni è rimasto isolato e non mescolato, poiché l’importazione di cammelli africani è vietata per motivi sanitari.
Da La Graciosa a El Hierro, il cammello è presente da secoli in tutto l’arcipelago (nove isole, se si conta l’isolotto di Alegranza!).
Oggi si trovano solo a Fuerteventura, Lanzarote, Gran Canaria e Tenerife.
Dopo la conquista delle isole di Lanzarote e Fuerteventura, proprio all’inizio del XV secolo, le spedizioni in Barberia iniziarono a compiere le cavalcate che avrebbero portato alla cattura di schiavi… e di dromedari, il cammello a una gobba.
Data la breve distanza dalla costa sahariana a Fuerteventura (appena 95 km) e il fatto che l’instabilità delle piccole imbarcazioni che si avvicinavano alla costa non permetteva a questi animali di salirvi, esiste la credenza, tramandata oralmente di generazione in generazione tra i cammellieri dell’arcipelago, che gli animali venissero trasportati trainandoli!
Ciò che è documentato è che i cammelli delle Canarie venivano trainati da barche a remi per il trasporto tra le isole più orientali (La Graciosa, Lanzarote e Fuerteventura).
Gli agricoltori e i pastori di cammelli di Lanzarote e Fuerteventura distinguevano due tipi di cammelli in base alla loro forma, spiega Fabelo.
“Uno era chiamato ‘moro’, che proveniva direttamente dall’Africa, aveva arti lunghi ed era leggero; e l’altro, il più ambito ‘cammello di terra’, ‘canario’ o ‘majorero’, che in generale corrispondeva ad animali più forti e ossuti, con arti più corti, anche più larghi nel petto, compatti, e che per questo erano detti ‘tachos'”.
Lavorando su pendii scoscesi, svilupparono le loro caratteristiche: maggiore sviluppo del torace, forte muscolatura e minore crescita in altezza.
Il cammello tacho ha trasformato il paesaggio di queste isole, lavorando spesso in condizioni difficili, dovendo spostarsi tra pendii scoscesi, che ne hanno ulteriormente accentuato le caratteristiche e per un certo periodo si è parlato anche di un altro tipo di cammello, l’Harian.
Il cammello del nord di Lanzarote o ‘hariano’, grazie al quale sono state costruite le terrazze di Haría, godeva di una buona reputazione.
Anche i cammelli che lavoravano nelle tahonas avevano queste caratteristiche.
D’altra parte, i cammelli più alti e sgraziati, provenienti dal continente africano, erano buoni camminatori.
Nel XXI secolo, il cammello è un animale ancora presente sull’isola, anche se viene ancora utilizzato per le passeggiate turistiche, avendo perso la sua utilità come mezzo di trasporto e come forza lavoro.
La famosa immagine delle file di cammelli che trasportano i visitatori del Parco Nazionale di Timanfaya è un’attività ben nota.
Anche in altre isole dell’arcipelago ci sono cammelli destinati a questa funzione turistica, anche se a Fuerteventura e all’interno dello zoo di Oasis Park si è sviluppato un progetto singolare, DromeMilk, per lo studio dei principi attivi del latte di cammello e la sua possibile applicazione sui pazienti diabetici.
Da Fuerteventura e Lanzarote, il cammello si spostò nel resto dell’arcipelago, soprattutto come bestia da soma per la sua grande forza, sebbene venisse utilizzato anche per i lavori agricoli, oltre che per muovere ruote e mulini ad acqua.
La cosa arrivò persino a El Hierro, dove già sapevano della presenza di questi cammelli a La Frontera nel 1997.
Si usava spesso il latte di cammella, era normale ricevere questo latte “se si era malati, deboli o non si aveva appetito”.
Il latte ha un sapore molto diverso a seconda di ciò che il cammello mangia: “se mangia ginestra è amaro, se mangia barrilla o cosco è salato e se mangia bastoncini di miglio o paglia è più dolce”.
Il primo cammello ad arrivare in Australia proveniva dalle Isole Canarie e sbarcò ad Adelaide nel 1840 per esplorare le terre del Nuovo Galles del Sud.
La forza e la resistenza del cammello canario sono illustrate dal curioso aneddoto secondo cui il primo cammello arrivato in Australia – dove finì per diventare una piaga, essendo stato liberato quando non era più utile – proveniva da questo arcipelago.
La nave, al comando del capitano William Deane, arrivò nel porto australiano di Adelaide il 12 ottobre 1840, ma solo uno sopravvisse e fu chiamato Harry.
Esisteva persino un corpo di dromedari australiani che prestò servizio durante la Prima guerra mondiale e fu impiegato in Palestina e in Egitto.
Perché il comportamento del cammello delle Canarie è piuttosto docile, “è un animale calmo ed equilibrato, ma allo stesso tempo temperante, che conserva il suo istinto.
Sono animali gregari con un buon comportamento materno”, secondo l’Asociación de Criadores del Camello Canario.
Il cammello canario è stato riconosciuto come razza dalla Commissione Nazionale di Coordinamento per la Conservazione, il Miglioramento e la Promozione delle Razze Zootecniche, del Ministero dell’Agricoltura, nel marzo 2011.
Da circa tre decenni il cammello delle Canarie è rimasto isolato e non mescolato.
Per motivi sanitari, l’esportazione di cammelli africani è vietata”.
Si evidenzia che “i cammelli delle Canarie provengono storicamente dal continente africano, con un’origine genetica comune a quella esistente a Tindouf (Algeria).
Questo tipo di cammello si differenzia dagli altri due, quello asiatico e quello subsahariano.
Ciò che distingue la popolazione delle Canarie è che fin dal loro arrivo sulle isole sono stati utilizzati essenzialmente per il lavoro, il che ha modificato la loro fisionomia, la loro forza e la loro muscolatura.
Marco Bortolan