L’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), agenzia delle Nazioni Unite specializzata in meteo, acqua e clima, ha appena pubblicato in formato digitale il nuovo Atlante internazionale delle nuvole, che include tra le nuove nuvole le “contrails”, ovvero le scie di condensazione prodotte dai gas di scarico dei motori degli aerei.
Il nuovo Atlante, consultabile sul sito web “www.wmocloudatlas.org/home.html”, è stato presentato in occasione della Giornata meteorologica mondiale, che si è celebrata pochi giorni fa con lo slogan “Capire le nuvole”, scelto per la presentazione della versione digitale dell’opera, che viene pubblicata dopo un esaustivo processo di revisione e un invito pubblico a presentare fotografie da tutto il mondo.
L’Atlante internazionale delle nuvole è stato pubblicato per la prima volta alla fine del XIX secolo.
È un riferimento globale per l’osservazione e l’identificazione delle nuvole, che influenzano le condizioni meteorologiche, il sistema climatico e il ciclo dell’acqua.
Contiene un dettagliato manuale di norme e numerose lastre fotografiche di nuvole e di alcuni altri fenomeni meteorologici ed è stato aggiornato l’ultima volta nel 1987, prima dell’era di Internet.
Il nuovo Atlante combina la tradizione del XIX secolo con la tecnologia del XXI secolo e contiene centinaia di immagini inviate da meteorologi, fotografi e appassionati di nuvole di tutto il mondo.
L’Atlante include nuove categorie, come il “volutus” (nube arrotolata), le nubi generate da attività umane come la “contrail” e l’“asperitas” (nube ondulata che ha catturato l’immaginazione del pubblico).
Inoltre, l’Atlante contiene importanti informazioni su altri fenomeni meteorologici come arcobaleni, aloni, cumuli di neve e grandine.
10 generi di nubi
L’attuale sistema internazionale di classificazione delle nubi in latino risale al 1803, quando il meteorologo dilettante Luc Howard scrisse il libro “The Modifications of Clouds”.
Esistono 10 generi di nubi (classificazioni di base), che descrivono la posizione nel cielo in cui si formano e il loro aspetto approssimativo.
Il nuovo Atlante Internazionale delle Nuvole non ha aggiunto nuovi generi.
Le nubi alte si formano di solito sopra i 5.000 metri, le nubi medie si formano di solito tra i 2.000 e i 7.000 metri e le nubi basse si formano di solito a un’altitudine massima di 2.000 metri.
La maggior parte dei nomi delle nubi contiene prefissi e suffissi latini che, se combinati, danno un’indicazione del tipo.
Alcuni di questi sono alto (medio livello, anche se “altus” in latino significa alto), cirro/cirro (piumoso, frangiato), cumulo/cumulo (cumulo, cumulo), nimbo/nimbus (portatore di pioggia) e stratus/strato (allungato, appiattito e piatto).
I 10 generi sono suddivisi in specie, che descrivono la forma e la struttura interna della nube, e varietà, che descrivono la trasparenza e la distribuzione delle nubi.
In totale esistono circa 100 combinazioni.
Il nuovo Atlante internazionale delle nubi ha aggiunto nuove specie, come “volutus” o nube arrotolata (in inglese “rolled”), che si forma all’interno dei generi “altocumulus” e “stratocumulus” e descrive una massa nuvolosa orizzontale, allungata, tipicamente bassa e a forma di tubo che sembra arrotolarsi su un asse orizzontale.
Sono state aggiunte cinque nuove caratteristiche complementari: “asperitas”, “cavum”, “cauda” (spesso nota come “tail cloud”), “fluctus” (“onda di Kelvin-Helmholz”) e “murus” (“wall cloud”).
La più popolare è l’“asperitas” (sostantivo latino che significa “rugosità”), una formazione particolare che ricorda la superficie ruvida del mare vista dal basso e che ha ispirato il pubblico negli ultimi anni.
È stata inclusa anche una nuova nube accessoria, la “flumen”, comunemente nota come “coda di castoro” e associata a forti temporali convettivi che generano supercelle.
Cinque nuove “nubi speciali
Il nuovo Atlante internazionale delle nubi propone anche cinque nuove “nubi speciali”: “cataractagenitus”, “flammagenitus”, “homogenitus”, “silvagenitus” e “homomutatus”. Il suffisso “genitus” indica che ci sono fattori localizzati che causano la formazione o la crescita delle nubi, mentre “mutatus” viene aggiunto quando questi fattori causano la mutazione della nube in una forma diversa.
Queste nuvole speciali sono influenzate da grandi cascate, dal calore localizzato degli incendi boschivi, dalla saturazione dell’aria sopra le foreste e dall’uomo.
Pertanto, l’esempio più comune della specie “homogenitus” è rappresentato dalle “scie”.
Alberto Moroni