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    Retromarcia (parziale) del Governo a seguito delle vibranti proteste di tutto il settore turistico

    Foto di Cristiano Collina

    Madrid – Il Ministero dell’Interno spagnolo ha deciso di posticipare ulteriormente l’entrata in vigore dell’obbligo per le aziende turistiche di registrare i dati dei propri clienti su una piattaforma informatica. 

    La scadenza, inizialmente prevista per il 1° ottobre, è stata prorogata al 2 dicembre 2024.

    Serviranno dati personali e sensibili per soggiornare in Spagna anche soltanto una notte

    Ecco cosa cambia e anche bisogna aggiungere la sovrattassa per chi pernotterà a Barcellona.

    Cambiano un po’ di regole per visitare la Spagna: come ha già preannunciato da tempo il governo di Madrid, tutti i turisti in ingresso nel Paese dovranno fornire molte più informazioni rispetto a quanto fatto fino a questo momento.

    Infatti, chi gestisce ogni tipo di struttura ricettiva (dagli hotel ai B&B ai campeggi per roulotte e camper e tende) ma anche semplicemente chi vorrà prendere un’auto a noleggio dovrà ottenere dal visitatore una “lista della spesa” di informazioni.

    Queste informazioni sembrano essere moltissime: queste comprenderanno non soltanto i dati relativi a carta d’identità o passaporto e le classiche generalità (indirizzo di residenza, ecc.) ma anche il numero del proprio conto in banca. 

    Non solo, ma si dovrà fare questa trafila anche se si pernotta soltanto una notte, non serve fare la vacanza lunga. 


    Come mai il governo spagnolo ha scelto questa linea così restrittiva mettendo in serio rischio i propri cittadini che lavorano sul turismo, non sarà semplice farsi dare tutte queste informazioni.

    La giustificazione riguarda una maggiore sicurezza collettiva che possa contrastare in maniera ancora più efficace la criminalità e il terrorismo.

    Il rovescio della medaglia per cui non sono mancate le polemiche riguarda senz’altro la privacy: non è chiaro, infatti, come potranno essere gestiti i dati sensibili (specialmente quelli bancari) dai gestori delle varie strutture (programmi ad hoc per computer? Registri speciali? Programmi per le piattaforme on line di affitti?)

    In questo modo, il governo spagnolo avrà milioni e milioni di dati, ogni anno, da parte dei turisti stranieri.

    Oltre alla raccolta di dati, chi andrà a visitare una delle città spagnole più gettonate, Barcellona, si prepari a pagare di più per il proprio soggiorno: come scrive El Pais, i turisti pagheranno una tassa di soggiorno comunale, indipendentemente dal fatto che soggiornino in una pensione, in una nave da crociera o in un hotel a cinque stelle, tassa che sarà di quattro euro a persona per notte. 

    Ma questa non sarà l’unica tassa dei visitatori perché non si deve dimenticare la tassa di soggiorno negli stabilimenti turistici (IEET) della Generalitat (Governo di Catalogna), che varia da un euro a persona ogni notte in alberghi che presentano meno di quattro stelle ma diventa di 3,50 euro a notte per le strutture più importanti.

    Cioè saranno da aggiungere entrambe al pernottamento in tutto il Municipio di Barcellona.

    Anche nel Regno Unito metteranno in funzione un visto a pagamento per i viaggiatori europei, non solo per visite turistiche, ma anche solo se si fanno scali di poco tempo negli aeroporti del paese per cambiare aereo e andare in altre mete.

    Franco Leonardi

     

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