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    L’avvertimento degli esperti immobiliari delle Canarie

    “Se non lo facciamo, nei prossimi anni avremo un problema abitativo molto serio”.
    Il prezzo medio di un affitto sulle isole raggiunge i 1.100 euro, ben al di sopra della capacità salariale.

    Il problema abitativo continua a condizionare la vita di migliaia di canari. 

    L’aumento esponenziale degli affitti in particolare, ma anche dei prezzi d’acquisto, condanna molti abitanti dell’arcipelago a soluzioni come vivere in stanze o in alloggi non a norma e in alcuni casi, soprattutto nelle zone turistiche, in roulotte.

    E il fatto è che un appartamento medio, che solo pochi anni fa (prima della pandemia) poteva essere affittato tra i 400 e i 600 euro, oggi può costare anche 1.100 euro in su. 

    Diventare indipendenti, una missione impossibile per i giovani di oggi… ma le famiglie per fortuna hanno una casa.

    Come ha confermato il presidente dell’Associazione degli Esperti Immobiliari delle Isole Canarie, Isidro Martín, si raccomanda che una famiglia non spenda più del 30/40% del proprio reddito per le spese abitative. 

    E questo parametro lascia uno scenario desolante, poiché per non superare il 30% raccomandato, con un prezzo medio di affitto di 1.100 euro, l’inquilino dovrebbe avere uno stipendio di almeno 44.400 euro all’anno. 

    E la realtà è che la stragrande maggioranza degli abitanti delle Canarie non supera questo reddito, per cui oggi rendersi indipendenti su base individuale “è una missione impossibile”.


    Lo testimoniano i dati dell’Indagine annuale sulla struttura dei salari, realizzata dall’Istituto nazionale di statistica (INE), secondo cui solo il 10% dei canari rientra in questa fascia salariale.

    Ma la domanda è: questa tendenza cambierà, i prezzi continueranno a salire o inizieranno a scendere? 

    L’opinione dell’esperto è molto chiara: “no, gli affitti non scenderanno nel breve termine”, avvertendo che “se non saremo in grado di introdurre alloggi nel mercato, le cose si complicheranno molto”. 

    E afferma con decisione: “Dobbiamo costruire più di 150.000 alloggi nei prossimi 10 anni, perché altrimenti avremo un grosso problema alle Canarie”.

    In ogni caso, Martín riconosce che c’è una tendenza attuale tra i proprietari, “a non aumentare ulteriormente i prezzi a destra e a sinistra, perché si aspettano che il mercato sia così”, poiché “quello che vogliono è un inquilino che li paghi ogni mese e che dia loro tranquillità, e in cambio di questa sicurezza preferiscono far pagare un po’ meno”. 

    Se un proprietario ha un problema di mancato pagamento con un inquilino, non può recuperare rapidamente la sua proprietà.

    Per questo motivo, l’attenzione si concentra sulla legge statale sul diritto alla casa, che l’esperto incolpa di “una realtà in cui c’è poca offerta sul mercato”, perché questa normativa “penalizza troppo la figura del proprietario, e molti proprietari sono scomparsi dal mercato residenziale”.

    Per questo motivo, prosegue, “se diamo sicurezza ai proprietari, avremo una significativa rimanenza di alloggi, anche se, sì, la domanda continuerà ad essere maggiore dell’offerta”.

    Martín ha anche aggiunto che “non è vero, come è stato detto, che ci sono 210.000 proprietà vuote sulle isole, perché molte di esse, circa la metà, non hanno condizioni abitabili, quindi potrebbero rimanerne la metà”. 

    Poi molte di queste sono in collina, e soprattutto la gente del luogo vuole la vicinanza col mare!

    Ma inoltre, “di questa metà, molte sono immerse in processi di eredità, quindi non credo che ci siano più di 25.000 case vuote sulle isole”.

    Inoltre, l’esperto ha offerto un altro dato da tenere in considerazione, e cioè che nelle Isole Canarie “solo il 10% delle proprietà in affitto è in mano a società o grandi inquilini”, mentre il restante 90% è costituito da piccoli inquilini, “che hanno al massimo uno o due immobili in proprietà, e molti di essi sono ereditati”.

    Marco Bortolan

     

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