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    Il Diablo di Timanfaya

    Foto di Cristiano Collina

    Questo mese l’Arca del Mistero approda a Lanzarote, un’isola famosa per le sue meraviglie naturali e le sue affascinanti leggende. 

    Tuttavia, una delle storie più controverse che si sono sviluppate recentemente è quella del Diablo di Timanfaya, una narrazione nata più per fini commerciali che per radici storiche, e che oggi suscita dubbi e curiosità tra abitanti e visitatori.

    La leggenda del Diablo di Timanfaya ruota attorno alla figura di un diavolo, simbolo del Parco Nazionale di Timanfaya e creato dall’artista César Manrique. 

    Originariamente, il diavolo non era una figura mitologica, ma una rappresentazione artistica del rapporto tra l’isola e i suoi vulcani. 

    Tuttavia, negli ultimi anni, è emersa una nuova leggenda che narra la tragica storia d’amore tra Aloe e Vera. 

    Secondo il racconto, Aloe, innamorato di Vera, dopo una serie di sfortunate vicende, si trasforma nel diavolo che oggi veglia sui vulcani di Lanzarote. 

    Questa storia, per quanto drammatica e romantica, è in realtà una creazione ad arte per fini commerciali. 

    La connessione tra la leggenda e la promozione di prodotti a base di aloe vera è chiara, e l’intero racconto sembra essere stato creato per vendere questo elemento, ben lontano dalle tradizioni locali. 


    In questo modo, il simbolo artistico di Manrique viene trasformato in una figura mitologica senza rispetto per il contesto culturale.

    Nonostante l’evidente natura commerciale della leggenda, la storia di Aloe e Vera ha trovato ampio spazio tra il pubblico, grazie alla sua diffusione su internet, nei media e persino nei programmi scolastici. 

    Questo ha portato molti a considerare questa storia come parte del patrimonio culturale dell’isola, confondendo la percezione della vera storia di Lanzarote. 

    Centros de Arte, Cultura y Turismo (CACT), ad esempio, hanno cominciato a includere la leggenda del Diablo di Timanfaya nei loro eventi, consolidando la falsa idea che si tratti di una narrazione tradizionale.

    Creare leggende per vendere un prodotto non è un problema in sé, ma in questo caso si perde il valore dell’autenticità. 

    La storia di Aloe e Vera non aggiunge nulla di significativo alla tradizione locale; è una semplice trovata di marketing che sfrutta il simbolo del diavolo per scopi commerciali. 

    Questa pratica solleva questioni importanti sull’importanza di mantenere autentica la storia di un luogo.

    In un’isola come Lanzarote, ricca di bellezze naturali e di un patrimonio unico, è fondamentale preservare la verità storica e rispettare il lavoro di artisti come Manrique. 

    Continuare a promuovere leggende costruite a tavolino rischia di compromettere l’identità dell’isola, sostituendo la sua vera anima con racconti fabbricati.

    La storia del Diablo di Timanfaya rappresenta un esempio lampante di come il marketing possa stravolgere simboli culturali per soddisfare le esigenze del turismo di massa. 

    Lanzarote merita di più di una semplice trovata commerciale; la sua autenticità e il rispetto per la sua storia dovrebbero essere al centro del suo sviluppo culturale e turistico.

    Loris Scroffernecher

     

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